mercoledì 29 aprile 2015

La mano di Dio mi ha guidato. Storia dal Burundi

Leon Niyonkuru aveva otto anni quando, nel 1992, scoppiò la guerra nel suo Paese, il Burundi. Dopo tre anni il nascondiglio nella foresta non era più sicuro. Bisognava scappare. La famiglia attraversò i campi minati, riuscì ad evitare i soldati e giunse al grande fiume Rusizi, che segna il confine con il Congo Era notte, il papà tagliò una palma per ognuno e aggrappati ad esse, sfidando la corrente e i coccodrilli, passarono dall’altra parte.
Dopo 5 mesi un campo dei profughi, un lunedì mattina i militari attaccano con le mitragliatrici.
Centinaia di persone vengono uccise, le famiglie disperse. Quando i genitori, che lavoravano in campagna, tornano pensano che i figli siano stati trucidati. Invece Leon Niyonkuru con fratellini e sorelline sono riusciti a nascondersi in un angolo della casa, mentre la sorella più piccola, a casa di zia, è scappata con la famiglia di lei.
Inizia il grande esodo, manca solo la piccola Yvone.  Per un anno camminano giorno e notte nella grande foresta del Congo. Sono un migliaio di persone, braccate continuamente dai militari. Arrivano nella Zambia in un centinaio, gli altri sono morti per strada per il cattivo tempo, i serpenti, la fame, la stanchezza. In Zambia finalmente in un campo profughi, con due ettari di terreno da coltivare. Appena il papà è riuscito a guadagnare un po’ di soldi decide di continuare verso un Paese ancora più lontano dal Burundi, da cui si sente ancora minacciato: la Namibia.
Ancora un campo profughi. Leon dopo 7 anni può finalmente riprendere la scuola. “Ma che senso ha ormai la vita – si chiede. Perché studiare? Se c’è un Dio cosa sta a fare? La nostra sorella era perduta, la piangiamo notti e giorni”.  
Poi il miracolo: nasce un cuore un sogno: diventare una persona utile alla società, essere come Newton, inventare qualcosa… “Pensavo di studiare medicina e aiutare i malati. Mio fratelle grande pesava di diventare prete e il minore ingegnere. Mentre preparavo per l’esame di maturità arriva una lettera dal Burundi tramite la Croce Rossa, una lettera della mia sorella. La prima notizia dopo 8 anni”.
Nel 2006 conosce gli Oblati. “La mano di Dio mi ha guidato come gli Ebrei dall’Egitto alla Terra promessa. Gli Israeliti hanno attraversato il Mare Roso, io il fiume Rusizi; loro nel deserto, io nel foresta. Dopo tutti questi miracoli, che altro posso fare per ringraziare il Signore se non cooperare al piano di Dio e  dire Eccomi!”.
Il 1° maggio farà i voti perpetui qui nella nostra cappella a Roma. Con lui altri giovani Oblati dello Scolasticato internazionale, che in queste sere ci stanno raccontando le loro storie straordinarie.


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