domenica 23 novembre 2014

Secchi e Tacchini astrofisici alla ricerca della Verità


Angelo SECCHI (1818-1878), uno dei più attivi e fecondi iniziatori dell’astrofisica moderna, fondatore e direttore dell’osservatorio astronomico di Roma. La sua produzione sembra “rappresentare piuttosto l’operosità di un corpo scientifico che quella di un solo individuo” (Carrara, 1903).
Pietro TACCHINI (1838-1905), un altro dei grandi organizzatori della ricerca nel campo dell’astrofisica, direttore dell’osservatorio astronomico di Palermo.
Gesuita il primo, anticlericale il secondo, che tra l’altro scrive: “Io non sono di quelli che pretendono all’infallibilità,  figurati non credo neanche a quella del papa, ma invece mi piace avere delle conferme e dei confronti …” (Tacchini a Respighi, 1872); “bisogna convenire che preti e frati è sempre roba cattiva” (Tacchini a Cacciatore, 1870).
Eppure tra di due si attiva una attivissima e fruttuosissima collaborazione, una reciproca stima, un’autentica amicizia, affettuosa e cordiale, unita ad una sollecitudine premurosa,  come dimostrano ad esempio questi stralci del carteggio:
“… quando lei ritornerà da Torino io sarò ancora a Modena e per ciò la sequestro fin d’ora, cioè voglio che al ritorno si fermi almeno un giorno a Modena in casa mia, così mangeremo là il zampone che dovevamo mangiare a Roma …” (Tacchini a Secchi, Palermo 2 novembre 1875).
“Io sono sempre mezzo ammalato dalle febbri e mi hanno consigliato ad andare a prendere un po’ d’aria natia. Domani dunque … partirò per andare a Modena […] … se [Lei] va [a Torino], si ricordi che la voglio a Modena almeno per un giorno” (Tacchini a Secchi, Palermo 19 Novembre 1875).
Questo e molto di più ci hanno raccontato in un’interessantissima conferenza Ileana Chinnici (dell’Osservatorio Astronomico di Palermo) e Antonella Gasperini (dell’Osservatorio Astrofisico di Arcetri) alla presentazione del loro libro: “Alle origini dell’astrofisica italiana: il carteggio Secchi-Tacchini 1861-1877”, con la presenza del direttore della Specola Vaticana e di altri studiosi del campo.
Se la ricerca scientifica è sincera, barriere culturali e prevenzioni religiose cadono da sé, nella cammino comune di giungere alla Verità.


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