giovedì 6 novembre 2014

Il vicario di Cristo

Il nubifragio che si è abbattuto su Roma (ora si chiama “bomba d’acqua”) ha cancellato l’abituale serata a sant’Eustachio. Avrei voluto parlare del “vicario di Cristo”. Oggi questa espressione è riferita al papa. Divenne abituale a partire dal XIII secolo, con Innocenzo III. Prima il papa era semplicemente il “vicario di Pietro”.
Il titolo vicario di Cristo nei primi secoli della Chiesa era invece riservato ai poveri, come logica conseguenza della pagina evangelica del giudizio finale: “Ero affamato, ammalato, carcerato, nudo…”.
Ogni persona in generale era considerata sacramento di Cristo, come ricorda Tertulliano:  «Vidisti… fratrem? Vidisti Dominum tuum! Hai incontrato il fratello? Hai incontrato il tuo Signore!» (De orat. 26).
Ma è anche vero il contrario. Primo Mazzolari, parlando di Zaccheo, afferma che “I poveri gli appaiono per la prima volta dietro il volto del Signore”. Difatti, appena vede Gesù pensa a quelli che ha derubato, manifestando il proposito di risarcire per quattro volte tanto. Quindi Mazzolari conclude: “Chi vede il Signore vede il fratello” (Una frase che riporta tra virgolette. Non ho ancora scoperto da dove l’abbia presa…)
Papa Francesco ugualmente, parlando alla comunità di Sant’Egidio, il 15 giugno di quest’anno, ha ripetuto: “Chi guarda il Signore, vede gli altri”.
È un rispecchiarsi a vicenda tra Gesù e ogni persona, prima tra tutte il povero.
Effetto dell’inaudito passo che ha portato Dio a farsi uomo.



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