venerdì 22 agosto 2014

Un Padre che ha cura di noi / 1


Tra le vecchie carte salta fuori uno scritto semplice del 1992, sulla Provvidenza come espressione dell'amore di Dio. Di questi tempi più tornare utile

Gesù, il Figlio di Dio, È venuto in mezzo a noi per farci conoscere il volto vero di Dio. “Dio nessuno l'ha mai visto: proprio il Figlio unigenito, che È nel seno del Padre, lui lo ha rivelato” (Gv 1,18). Così ora noi sappiamo che abbiamo un Padre! Dio È Amore: È il culmine della rivelazione, la piena conoscenza di Dio.
Parlando dell'amore del Padre Gesù ce ne ha mostrato le infinite espressioni. Anzi lui stesso, nella sua vita, ci ha fatto vedere, a fatti, come si manifesta l'amore del Padre. Guardando Gesù noi possiamo infatti vedere il Padre stesso (cf Gv 14,9). Gesù, nel suo amore concreto, si prende cura dei poveri, dei ciechi, degli zoppi, dei lebbrosi, degli emarginati (cf Mt 11,4-6). Si commuove per il dolore di Giairo e della vedova di Naim che hanno perduto i loro figli (cf Lc 8,40-56; Lc 7,11-17). Piange per la morte di Lazzaro e condivide il dolore delle sue sorelle (cf Gv 11,35). Risana i corpi e perdona i peccati, mostrando con i fatti la realtà di un Padre misericordioso che attende il figlio perduto (cf Lc 15,20), che come un pastore buono va un cerca della pecora smarrita (cf Lc 15,4). Gesù passò tra noi facendo del bene a tutti e dicendoci, a fatti cos'è l'amore, fino al momento in cui porta la rivelazione dell'amore al suo culmine, quando compie il gesto supremo nel quale dona interamente se stesso: “In questo si È manifestato l'amore di Dio per noi: Egli ha dato la sua vita per noi” (1 Gv 4,9). Qui si rileva l'amore stesso del Padre, che “ha tanto amato il mondo da dare il Figlio suo” (Gv 3,16).

Un Padre che provvedere

Vorremmo ora fermarci a meditare assieme su uno degli aspetti di questo finito amore di Dio, quello che si esprime nella sua attenzione concreta alle nostre necessità, che vanno dal pane quotidiano fino allo Spirito Santo. Gesù ci ha infatti insegnato a chiedere con fiducia: “Padre... dacci oggi il nostro pane quotidiano” (Mt 6,11) e ci ha anche detto: “Se dunque voi, che siete cattivi, sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più il Padre vostro celeste darà lo Spirito Santo a coloro che glielo chiedono!” (Lc 11,13). Egli sa infatti ciò che ci È necessario (cf Mt 6,8).
Egli vuole aiutarci perché è Padre (cf Mt 6,7); un padre pronto a soccorrere più di ogni amico servizievole (cf Lc 11,5-8) e di ogni altro padre terreno (cf Mt 7,9-11), e quindi più del giudice ingiusto (cf Lc 18,1-8). Egli che nutre gli uccelli del cielo e veste i gigli del campo provvederà sicuramente al nostro nutrimento e al nostro vestito (cf Lc 12,22-31), darà sicuramente il pane necessario a chi glielo chiede (cf Lc 11,5-8) così come tutti gli altri beni che gli domanderemo (cf Mt 7,9-12). “Quando eravate con me - chiede Gesù ai suoi discepoli quasi volesse aprire loro gli occhi e renderli consapevoli dell'amore premuroso del Padre - vi È mai mancato quello di cui avevate bisogno?” (   ).
A questa premurosa attenzione del Padre, che ha contato anche i capelli del nostro capo (cf Mt 10,30), occorre rispondere con una altrettanto straordinaria, illimitata confidenza. Era la fiducia incondizionata di Gesù stesso quando prega: “Abbà, Padre, tutto È possibile a te” (Mc 14,36). E' la fiducia incondizionata che egli chiede ai suoi discepoli quando ricorda loro che “tutto È possibile a Dio” (Mc 10,27; cf Lc 1,37).

Naturalmente possono pregare in questo modo soltanto coloro che cercano innanzitutto e soprattutto il Regno di Dio, e non si preoccupano di continuo e inutilmente del “domani” (cf Mt 6,33-34) perché interamente occupati del Regno. Possono confidare nella provvidenza del Padre solo coloro che non servono più Mammona (cf Mt 6,24), n‚ vivono per arricchirsi. Essi posseggono un tesoro in cielo e questo tesoro riempie il loro cuore al punto che non hanno più interesse per altri tesori (cf Mt 6,19-21). Hanno trovato il tesoro prezioso, l'unica perla di valore (cf Mt 13,44-46).

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