mercoledì 13 agosto 2014

Di Madonna in Madonna: Boccadirio



L 'anno del Signore 1480, Donato Nutini putto di tenera età e Cornelia figlia di Matteo Vangelisti, d'anni dieci, ambedue del comune di Baragazza, contea dei Signori Pepoli di Bologna, pascolavano armenti, conforme l'uso del paese, in un luogo chiamato Boccadirio...
Inizia così la storia delle apparizioni che hanno dato vita al santuario di Boccadirio.
Un santuario particolarmente legato alla città di Prato, anche se situato nel territorio bolognese. Cornelia divenne infatti monaca domenicana, col nome di sr. Brigida, in uno dei monasteri di Prato. Quando nel 1512 la città subisce il “sacco” da parte delle soldatesche spagnole, con una carneficina valutata da alcuni storici in ben seimila vittime, suor Brigida affronta il terribile capitano, venuto a devastare anche il monastero, e col Crocifisso in mano gli chiede di voler rispettare un luogo santificato dalla preghiera e riservato a monache claustrali. Il convento non verrà né saccheggiato né oltraggiato, ma difeso e custodito proprio da chi lo voleva mettere a ferro e fuoco.

Oggi - dopo la Madonna di san Luca a Bologna e all'Impruneta - sono tornato in pellegrinaggio a questo luogo remoto e solitario sugli appennini tosco-emiliani. La prima volta vi giunsi che ero ancora in grembo alla mamma e da allora sono tornato fedelmente, come testimoniano tante delle mie foto “storiche”.
Dopo aver detto a Donato che avrebbe dovuto diventare sacerdote e a Cornelia monaca, chiese che si fabbricasse in quel luogo un tempio in suo onore promise “che tutti quelli che fossero poi divoti e frequenti in detto luogo, otterrebbero tutto ciò che sotto la protezione ed invocazione di Lei domandassero sommo Iddio”.


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