domenica 17 agosto 2014

Nella terra di Tiro e Sidone



il santuario di Maghdouché a Sidone
Questa mattina, mentre leggevo il Vangelo di Gesù che va nella regione di Tiro e Sidone e della donna siro-fenicia che gli chiede di guarirle la figlia malata, non ho potuto fare a meno di tornare col pensiero al 22 settembre 2008, quando ho visitato quei luoghi. Soprattutto avevo negli occhi le tendopoli degli profughi palestinesi. Oggi si saranno moltiplicate. Ricordo i pattugliamenti dei militari, il clima di guerra, la tensione, anche questi oggi moltiplicati. E ho pregato come la donna rivolta a Gesù: “Signore, aiutaci”.
Rileggo una pagina di diario di quel mio viaggio:

Ci mettiamo nuovamente in viaggio verso Saïda, l’antica Sidone, e Tiro, luoghi di grandi risonanze bibliche. Il profeta Elia fu accolto in questa terra dalla vedova di Serepta. Giona fu rigettato dalla balena a Jyé, a nord di Saïda (= Sidone). Gesù ha guarito la figlia della sirofenicia a Saïda. Maria, quando Gesù veniva in queste regioni, lo attendeva nella grotta di Maghdouché. Gesù diede le chiavi a Pietro in Libano, a Cesarea di Filippo, identificata con l’odierna Marjaayoun. La trasfigurazione sarebbe avvenuta sul monte Hermon. Tommaso predicò il Vangelo a Tiro. San Paolo passò una settimana a in questa città nel suo viaggio verso Roma e visitò i suoi amici a Saïda.

Il porto romano di Tiro
La grotta di Maria a Sidone
Prima tappa è proprio Saïda, precisamente il santuario di Maghdouché, della Madonna di Mannara (ossia dell’attesa; attendeva l’arrivo di Gesù che andava a predicare a Saïda).
Ad accoglierci, il vescovo greco cattolico emerito, assieme al nuovo vescovo, giovane. Ci accoglie anche un nutrito numero di militari armati fino ai denti, che presidia la chiesa e, con evidente contrasto, un festoso gruppo di bambini che ci regala una simpatica coreografia.
Poi nella grotta della Madonna dell’attesa… Sarà vero non sarà vero, ma siamo lo stesso in un luogo santo. Le chiedo che mi aiuti ad attendere sempre la venuta di Gesù, quella di ogni momento e quella dell’ultimo momento, come lei l’attendeva.
Ancora a sud… e il sud del Libano è come quello di tutti i Paesi… Bananeti, palme di datteri, aranci… e mare, mare, mare. Si intensifica anche la presenza militare sulle strade.
A Tito visita agli scavi del periodo romano e bizantino ed ai resti del porto antico dove Paolo, secondo gli Atti, sarebbe sbarcato trovando con gioia una comunità cristiana e rimanendo una settimana.
Sono le 14.30 quando giungiamo alla cattedrale, ricostruita più volte sulla prima basilica della cristianità, risalente al 314. Anche qui ci accolgono i quattro vescovi del luogo di diverse confessioni. Durante il pranzo il sindaco ci fa omaggio di una sua pubblicazione sulla città di Tiro.


Nessun commento:

Posta un commento