martedì 1 luglio 2014

Luoghi imprevisti, tempi inattesi / 2


Dopo la risurrezione o discepoli rimasero disorientati. Le donne erano andate al sepolcro, come a luogo certo dove avrebbero trovare il Signore. Ma lì non c’era più, la tomba era vuota. Anche Pietro e l’altro discepolo, quello che Gesù amava, all’udire quanto le donne raccontavano, corsero alla tomba, ma lui non lo trovarono, era vuota.
Dov’era il Signore risorto?
Prima conoscevano i luoghi dell’incontro. Alcuni rimarranno segnati per sempre nella loro memoria: lungo il Giordano, quel giorno esatto, alle quattro del pomeriggio; lungo la riva del lago, mentre riassettavano le reti, al banco delle imposte; al pozzo di Giacobbe, sul sicomoro all’entrata di Gerico… Ognuno sapeva dove l’aveva incontrato la prima volta e dove cercarlo per trovarlo ancora: era a Nazaret, o sul lago, o in casa di Pietro a Cafarnao, o sulla strada per Gerusalemme, o nella casa di Batania, o nell’orto degli ulivi… Anche quando si eclissava era facile ritrovarlo, come quella volta a Cafarnao quando al mattino si era alzato che era ancora buio e, uscito di casa, si era ritirato in un luogo deserto a pregare; «Simone e quelli che erano con lui si misero sulle sue tracce» e lo trovarono subito (cf. Mc 1, 35-36).
Ma adesso che il suo corpo non si trova più, dove potremo incontrarlo?
Nel pomeriggio di Pasqua Claofa e il suo amico lo riconoscono a Emmaus. Tornano di corsa a Gerusalemme per annunciarlo ai discepoli. “È apparso anche a Pietro”, rispondo i discepoli. Sorge la domanda: Gesù dov’era stato veramente quel giorno, a Emmaus o a Gerusalemme? Poteva essersi stato contemporaneamente lì e qui?
 “L’ho incontrato in giardino”, riferisce Maria di Magdala; “per strada”, dicono le altre donne; “in casa”, continuano i discepoli della prima ora; “sul lago”, diranno più tardi sette di loro… Può apparire in qualunque luogo, anche in quello più ordinario, e in qualsiasi momento? Il solo posto del quale non si ha notizia che si apparso è proprio là dove ce lo saremmo aspettato di più, nel tempio. Ormai è lui il tempio: «Distruggerete questo tempio e in tre giorni lo farò risorgere» (Gv 2, 19).
Sì, il velo del tempio si è squarciato, la gloria di Dio, la sua presenza, non abita più nel “santo dei santi”, nel cuore segreto e nascosto del tempio. Essa si dilata ormai per le strade e informa i luoghi profani. Il velo squarciato squarcia la separazione tra sacro e profano rendendo tutto santo. La stessa morte di Gesù è avvenuta fuori della mura della città santa, in luogo impuro, dove non si sarebbero potuto offrire sacrifici, e dove fu invece immolata la vittima pura e santa, per rendere tutto puro e santo.

Possiamo dunque incontrarlo quando meno ce lo aspettiamo: per strada come le donne e i due di Emmaus; in giardino, come Maria; in casa come i discepoli; al lavoro come quelli sul lago. Il mondo si è riempito della presenza del Risorto. Non è più necessario che inforci su dove si trova il Maestro e intraprendere lunghi viaggi per andare a incontrarlo, per vederlo, ascoltarlo, toccarlo. È qui. La sua apparizione sarà un miracolo? Oppure sarà miracolo quando egli non appare? È qui, presente, vero. Il prodigio è che egli c’è e non lo si vede!

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