lunedì 28 luglio 2014

Il Sacro Cingolo di Prato



Il 27 luglio 1312 Musciattino, di Pistoia, tentò di impadronirsi della reliquia della Sacra Cintola di Maria, per portarla nella propria città. Dopo aver vagato tutta la notte, tornò al punto di partenza e, credendo di essere giunto a Pistoia, gridò alle porte della città: "Aprite, aprite Pistoiesi: ho la Cintola de' Pratesi!". Il ladro venne catturato, condannato al taglio della mano destra, e dopo essere stato legato alla coda di un asino e condotto sul greto del fiume Bisenzio dove venne arso al rogo. Così il 27 luglio fu consacrato come festa liturgica del Sacro Cingolo.
Questa giunse a Prato nel 1141, dopo essere passata di mano in mano: dalla Madonna che scendendo al cielo la diede all’Apostolo Tommaso, fino a Michele Dagomari da Prato, mercante in Gerusalemme, che ‘aveva ricevuta in dote per il matrimonio con la figlia del sacerdote che l'aveva in custodia. Michele tornato in patria, ripose la reliquia in una cassapanca e per custodirla meglio, decise di dormirci sopra ogni notte. Nel 1173, in punto di morte Michele, la consegnò alla chiesa. L'anno dopo venne portata in duomo con una solenne processione. Da allora ha reso celebre la città di Prato.

Oggi sono stato in duomo per la solenne celebrazione, nella cappella trecentesca, affrescata da Agnolo Gaddi, che custodisce la preziosa reliquia. È sempre un momento toccante.
Giovanni Paolo II ha ricordato l’importanza di questa tradizione:
“La venerazione per il Sacro Cingolo Mariano, tipica manifestazione della pietà popolare, ci conduce all’anno 1141, allorché un cittadino pratese, di nome Michele, recò da Gerusalemme questo prezioso tesoro. Alimentato anche da alcuni prodigi, di cui riferiscono antiche tradizioni, ebbe così inizio a Prato il culto pubblico del Sacro Cingolo che, appunto sei secoli or sono, ebbe un suo momento di particolare splendore con la definitiva collocazione della venerata reliquia nella Cappella della Cattedrale, luogo di fede e di arte che testimonia della costante ed intensa devozione dei fedeli verso la Vergine Maria. Davanti alla venerata reliquia hanno sostato in preghiera non pochi santi e beati, quali Francesco d’Assisi, Bernardino da Siena, Antonino da Firenze, Caterina de’ Ricci, Leonardo da Porto Maurizio, Antonio Maria Pucci.
Con il tempo questa devozione si è diffusa e consolidata. E, ancor oggi, la città e i singoli fedeli, venerando questo segno mariano, implorano come protettrice Colei che Dio ha ricolmata di grazia quale predestinata Madre del suo Figlio”. (26 Luglio 1996)


1 commento:

  1. Qui a Varese ci sono alcune raffigurazioni in merito. Nella chiesa secentesca della mia Parrocchia, in quella dell'amico don Guido, dove a suo tempo aveva prestato servizio il caro don Agostino. Che ha sempre avuto il 'pallino' del cingolo mariano... Andrò a trovarlo - ormai non si muove da casa - e gli porterò questo post. Sarà felice.

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