Alla rivista Città Nuova è arrivata questa domanda:
Leggo nell'allegato a CN di aprile che Chiara Amirante è
colpita dal grido di Gesù sulla Croce, perché «quello è stato il culmine del
suo immenso amore per l'umanità». Il grido di abbandono perché è letto come
culmine di amore?
Ed ecco la mia risposta:
Il Vangelo di Giovanni offre la chiave di lettura della
passione e morte di Gesù: «Avendo amato i suoi che erano nel mondo, li amò fino
alla fine» (13, 1). Sono le parole con le quali si apre il racconto dell'ultima
cena. Gesù ha amato tutta la vita, ed ora ama fino all'ultimo momento, senza
tirarsi indietro, anche quando il cammino si fa difficile, e giunge a pregare
il Padre che allontani da lui il “calice” (bere il calice è un'immagine che
indica fare la volontà di Dio, che ora appare a Gesù troppo dura). Fino in
fondo indica anche l'intensità massima: più di così non poteva amare. Tutta la
sua passione e morte è dunque espressione del suo amore infinito. Vi è una
gradualità nel suo “dare la vita", nel suo patire: l'angoscia nell'orto
degli ulivi, il tradimento, l'abbandono dei discepoli, la flagellazione, la
coronazione di spine, l'umiliazione, la condanna a morte, la crocifissione...
Il culmine del suo patire è forse quando ha l'impressione che anche il Padre lo
abbia abbandonato, lasciandolo in balia della morte: non lo sente più vicino. Poteva
esserci un dolore più grande per il Figlio di Dio? I Vangeli di Marco e Matteo
riportano il grido: «Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?». Sì, quello
è stato certamente il dolore più grande. Lo ha sofferto per noi. Uno dopo
l'altro ha preso su di sé tutti i peccati del mondo, tutte le sofferenze umane:
«Ecco l'agnello di Dio, che si è caricato su di sé tutto il male del mondo».
L'ha preso su di sé per toglierlo a noi, per liberarci e darci la vita. Non è
questa l'espressione massima dell'amore? Sa che il male più grande è la
separazione da Dio; allora egli lo prende su di sé, prova questa separazione,
per ridonare a noi la comunione con Dio e farcelo sentire nuovamente come
Padre. È il suo più grande dolore, più della flagellazione, dei chiodi, e lo fa
per noi: è allora la sua più alta dimostrazione d'amore per noi.
Come si fa a comprendere un Amore così ?
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