martedì 1 ottobre 2019

L’annuncio della “bella” notizia



1° ottobre inizio della scuola. Non è più così. Per me e per tanti altri il 1° ottobre resterà legato in maniera indelebile all’inizio della scuola.
Che giorno bello! Giorno di inizio!
È sempre bello ricominciare.
È il primo giorno del mese missionario.
La festa di santa Teresa di Gesù Bambino che, grazie agli Oblati, è la patrona delle missioni:

Il pensiero che la settimana prossima dovrò parlare ad Assisi della bellezza, mi fa pensare anche alla missione in termini di bellezza, alla sua dimensione estetica. Sì, perché la “buona” novella è anche una “bella” notizia!
Gesù è il primo che ha reso una testimonianza “bella”, come ricorda la prima lettera a Timoteo: τὴν καλὴν ὁμολογίαν (6, 13). L’autore della lettera mette in parallelo la proclamazione della fede di Timoteo con quella di Gesù, quasi a dire che anche quella del discepolo deve essere “bella” come quella del Maestro.
Solo un annuncio bello e gioioso è credibile. Un annuncio che si fa storico, concreto, come quello di Gesù avvenuto “sotto Ponzio Pilato”, come ricorda sempre la lettera a Timoteo. In un tale annuncio convinto, autentico, vitale, esperienziale, incarnato, deve apparire la bellezza del cristianesimo e dell’essere cristiani.


Questi giorni, parlando al Dicastero per la Comunicazione papa Francesco ha detto: «Se voi volete comunicare soltanto una verità senza la bontà e la bellezza, fermatevi, non fatelo. Se voi volete comunicare una verità più o meno, ma senza coinvolgervi, senza testimoniare con la propria vita, con la propria carne quella verità, fermatevi, non fatelo, C’è sempre la firma della testimonianza in ognuna delle cose che noi facciamo. Testimoni. Cristiani vuol dire testimoni, “martiri”. È questa la dimensione “martiriale” della nostra vocazione: essere testimoni».
Rischiamo di dimenticare la valenza estetica dell’evangelizzazione. Forse è l’aspetto più trascurato (nei nostri libri di missiologia c’è un capitolo sulla bellezza?). Nella Chiesa hanno un grande valore le opere sociali – istruzione, aiuto ai poveri, accoglienza degli immigrati. È inoltre necessario mettere il rilievo i valori evangelici quale risposta al vuoto di valori, così come solidarizzare con chi è nella prova per colmare la solitudine e ridare speranza… Ma forse si trascura l’elemento estetico: la presentazione di un cristianesimo “bello”, attraente. L’anelito per una bellezza che appaga il cuore e la mente è uno dei più forti che vibra nel cuore dell’umanità ed è uno dei più disattesi. 
Occorre rivalorizzare l’arte, la musica, la letteratura, la liturgia. Non un estetismo vuoto e autocompiacente, ma l’espressione di Dio che è bellezza, l’annuncio di un “buona” notizia che è altrettanto “bella”. Aderire al cristianesimo è riconoscere Dio come Bellezza e autore della bellezza; è essere conquistati dalla bellezza: «Mi sono innamorato della bellezza della sapienza» (Sap 8, 2).

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