mons. Arsenio Turquetil |
![]() |
Mons. Ovidio Charlebois |
Perché fu nominata patrona delle missioni? Lo si deve agli Oblati, in
particolare a padre Arsenio Turquetil, originario della Normandia. Giovane seminarista
si entusiasma per la causa della evangelizzazione degli eschimesi. A 24 anni
nel 1900 si imbarca per il vicariato apostolico di Saskatchewan, Canada.
Attraversa in canoa il lago Caribou. Dopo un viaggio di sette giorni, fatto in
slitta, arriva a prendere contatto con gli Eschimesi per imparare la lingua. Si
tratta di una evangelizzazione difficile. Il pessimismo si è diffuso tra i
missionari. “Gli Eschimesi, gli Eschimesi - gli dice il superiore - Da più di
trent’anni prego Dio di inviare loro un missionario” (Fr. Henri-Marie, Mons.
Turquetil et Sainte Thérèse danbs le territoire des esquimaux, in Les Annales
… 1932, p. 133).
Quando viene creato il vicariato apostolico di Keewatin, Mons. Ovidio
Charlebois omi, vicario apostolico, affida a p. Turquetil l’incarico di tentare
di fondare una missione a Chesterfield Inlet, in pieno territorio eschimese, dive
vivono gli “Inuits”. Arriva sul posto assieme ad altri due compagni nell’agosto
1912. Vivono un anno di assoluta solitudine in quel deserto di neve e di gelo,
senza comunicazioni col resto del mondo. Si sforzano di imparare la lingua
senza grammatica e senza un dizionario, solo per mezzo dell’ascolto, della
osservazione e delle domande rivolte agli indigeni. Però la burla e il sarcasmo
sono frequenti tra gli uditori. Nel novembre 1913 tutti sono colti di sorpresa
alla notizia del martirio di due Missionari Oblati p. Jean-Baptiste Rouvière e p.
Guillaume Le Roux. poco lontano da loro.
Mons. Charlebois decide di sopprimere la missione, che si presentava sterile e
senza futuro.
![](https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi5CEv4cX66_9_ebU5WDJefGXFa2BBIQZGRhVFkVKfQ9Qkm5I2K1raOyDtWunGAmehLbosriiL5DN6aQw1XBEiHk14uPp4Ii4FbrPxFP0hD0_gNB5GQnSTdDGSMViJ_oR1Yo4Rk5WeRzvA-/s400/Nuova+immagine+%25282%2529.png)
La sua conversione attirò tanti altri Eschimesi a prepararsi al Battesimo. In
visita alla missione di Chesterfield durante l’anno 1923, Mons. Ovidio
Charlebois, che anni addietro voleva sopprimere la missione, decide di creare
altre stazioni missionarie. A Pointe-aux-Esquimaux sarà costruita la prima
chiesa in onore della Beata Teresa di Gesù Bambino.
![](https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhuq7G_L1M6GVduORIvJVR_DmHUsu643AKoordUInxsD1Oxqfb2-I2xikQ-pLQ2PzVB9_oO3ZcIG9B3xbjwetu59diMvt1qk93Yh1XTPOtEOttSnRaswEuJ_iB1AWGo_5m9C6LDhurEEzyV/s400/Nuova+immagine.png)
Mons. Charlebois, il “vescovo polare”, nel mese della canonizzazione “della
più grande santa dei tempi moderni”, maggio 1925, comunica ad alcuni vicari
apostolici del Canadà l’idea di far proclamare la nuova santa patrona delle
missioni. Raccoglie 12 firme di adesione. Nel marzo del 1927 le adesione di
vescovi di tutto il mondo sono già 232.
Con mirabile sintesi Mons. Charlebois poteva scrivere al Carmelo di
Lisieux: “Non c’è da attribuirmi tutto il merito. Ammetto di aver suggerito
l’idea e di aver prestato il mio nome… Però, soprattutto, è stata la nostra
buona santina che dall’alto dei cieli faceva scendere la sua pioggia di rose,
dando esito positivo a tutti i nostri passi. Lei desiderava di cuore essere
Patrona dei missionari che tanto amò e per i quali tanto soffrì”.
Sono piena di gratitudine per il racconto che ci dona speranza perchè la piccola Teresa ci indica la via della santità quotidiana ,della confidenza nella Provvidenza che opera in noi ,attimo per attimo .
RispondiElimina