mercoledì 5 novembre 2025

Saluto alle terre di Vaucluse

Esplodono i pioppi nei forti colori
prima di lasciare a terra 
la chioma superba.
Le viti ancora incerte
fanno diverso ogni filare
metamorfosi di toni.
L’ultima foglia rossa m’invita
a lasciare con lei
vento e tramonti
boschi e monti di Vaucluse.
M’avete segnato il passo
con capitelli e santi
con picchi e rocce
reminiscenze d’eremiti
silenti e solitari.
M’avete aperto il cielo.





martedì 4 novembre 2025

Lupi e statuine di Provenza

L'alto giorno, mentre ero a Saint Gens, ho sentito l'ululato del lupo. Per la prima volta. Sulla collina accanto il latrare dei cani. Sarà stato il lupo di Saint Gens? 
Ho poi chiesto se davvero nella zona c'erano i lupi. Sì, ci sono! Anche i lupi! non manca proprio nulla in questa meravigliosa Provenza.
Scendendo mi sono poi fermato ad una casa appoggiata alla roccia, nascosta nel bosco, che una targa indica come la bottega di un artigiano di “santons”, le statuine di terracotta del presepe, che raffigurano anche personaggi caratteristici della regione. Mi apre una signora gentile e mi introduce in un laboratorio antico con tornio, forno, mille pezzi d’artigianato. Mi racconta che continua la tradizione di famiglia, anche adesso che il marito non c’è più…

“Come fate ad abitare così isolati tra queste rocce in mezzo al bosco?”, le domando. E lei: “E voi come fate ad abitare in città? Sono qui ormai da 50 anni, anche mio figlio vive tra i boschi: fa l’ornitologo! e mia nuora viene a darmi una mano nel lavoro artigianale…”.

Quasi quasi mi ci fermo anch'io.


lunedì 3 novembre 2025

Tutta la natura canta la gloria di Dio


Dopo una giornata di pioggia ecco una notte piena di stelle. Mi accompagnano nel cammino fin quando, lentamente, ogni dopo l’altra si nascondono sotto il lenzuolo bianco che l’amba stende nel cielo.

La natura, avvolta nel buio, col sorgere del mattino si riveste dei suoi colori, anche se ancora il sole non li rende splendenti. Ed ecco i boschi che avvolgono le vigne, i ciliegi, i campi appena arati.

Fin quando compare Pernes-les-Fontaines, un paese che si dà arie cittadine perché in piano, ai piedi delle colline. All’entrata, lungo la strada, un cartello invita a ridurre la velocità perché nelle scuole ci sono ben 320 studenti. Ma è ancora troppo presto e per la strada non si vede nessuno.

Entro nelle antiche mura e l’attraverso passando da porta a porta. La chiesa è ancora chiusa, così come l’accesso alla torre dell’orologio. Le case non sono in pietra come quelle dei paesi vicini, ma intonacate, con colori pallidi.


Come gli altri borghi attorno la cittadina vanta antiche origini gallo-romane. E chissà quanti grandi personaggi hanno attraversato la sua storia. Scorgo però, lungo la strada d’accesso, un solo monumento, a un certo Paul de Vivié, detto Velocio, “apostolo del cicloturismo”! C'è sempre qualcuno degno di memoria, oltre ai soliti caduti della Prima guerra mondiale e i martiri della Resistenza…

Sto per ripartire, perché mi aspettano gli impegni alla Sainte-Garde, quando finalmente il sole comincia a illuminare con i primi raggi mura e palazzi…

Sulla strada del ritorno ho davanti il monte Ventoux. In un cielo limpidissimo la montagna, orgogliosa dei suoi 2000 mentre, si ostina a tenere sulla cima l’unica nuvoletta di tutto l’orizzonte.

Continuo immerso in una natura che sfoggia tutta in tutta la sua ricchezza i colori autunnali. Vorrei rimanere qui fino a veder cadere l’ultima foglia, e poi godere i colori dell’inverno, e poi quella della primavera, e poi quelli dell’estate… Che bella la Provenza!

Tutta la natura canta la gloria di Dio…

domenica 2 novembre 2025

sabato 1 novembre 2025

Sempre in compagnia dei santi

 

Villaggi disseminati sulle montagne e nascosti nei boschi. Vicini gli uni agli altri, ma mondi autonomi. Oggi La Roche sur Pernes. La Roche: è tutto dire. Un comune tutto in pietra di 400 abitanti, con suo bel castello, la chiesa rigorosamente chiusa, il comune che apre due ore al giorno, le case abbarbicate sulla roccia…

Lo raggiungo camminando di buon mattino, come sempre, incantato dalla natura: una strada che si avventura tra boschi e campi, in un silenzio assoluto.

Torno in autostop per non arrivare in ritardo. Si ferma una macchina sportiva: signora tedesca che vive in una delle tante ville di pietra nascoste nel verde.

Sono sempre in compagnia dei santi, che non mancano mai lungo il cammino. Mi riferisco a quelli nei capitelli… non ho le visioni! Sono comunque sempre in loro compagnia, tra quelli vecchi e quelli nuovi.

Poi arriva la celebrazione di tutti i fedeli defunti, e non sai da che parte sta certa gente, se con quelli del 1° novembre che sono nella gloria del Padre o con quelli del 2 novembre che aspettano una tua preghiera per salire più in alto. Io li metto tutti insieme, ci penserà Lui ha distribuire gloria e requiem eterna.

L’importante è camminare insieme…



venerdì 31 ottobre 2025

In cammino coi santi

In questa Provenza mistica non è difficile celebrare Tutti i santi. Ad ogni crocicchio l’edicola di un santo! Nelle chiese sono una moltitudine, ben sistemati, con armonia, e tutti “sincronizzati” in oro. 

Ogni giorno ne scopro uno nuovo!

Ci accompagnano passo passo, proprio come ricorda la Lettera agli Ebrei: «circondati da tale moltitudine di testimoni (…), corriamo con perseveranza nella corsa che ci sta davanti, tenendo fisso lo sguardo su Gesù…» (12, 1-2). Fanno il tifo per noi. 

Non siamo soli nel nostro santo viaggio.

giovedì 30 ottobre 2025

Ti ricordi di me Madonna di Venasque?

Il temporale di ieri ha lasciato un cielo colmo di nuvoloni neri, ma la meteo dice che oggi non pioverà, anzi alle 9.00 spunterà il sole. Comunque prendo l’ombrello… infatti non pieve.

Mi incammino presto verso Venasque, uno dei più bei borghi della Provenza, a poco più di un’ora di cammino. Distese di ciliegi, olivi, vigne ormai d’ogni colore, ancora verdi, e gialle, e rosse, e già ruggine. Tutto contornato da boschi di querce, pini, cipressi esili, compatti, altissimi.

Giungo a Santa Maria a Vico. Non è quella di Caserta, ma anche qui c’era un antico oratorio dedicato alla Madonna sorto sul Vico romano poi storpiato in Santa Maria della Vite: è qui che è nato l’Istituto secolare di Notre Dame di Vie che abbiamo visitato domenica scorsa.

Google Maps mi fa salire a Venasque per una mulattiera. Così alla fine della salita mi si erge davanti la grande roccia su cui, a filo, si erge la chiesa e poi tutto il villaggio: più arroccato di così non si può.

Un borgo tutto in pietra, circondato da possenti mura. L’intera contea di cui era al centro, fin dal 1274 apparteneva al papato fino alla Rivoluzione francese.


Appena arrivo mi aprono la chiesa, che mi racconta la sua storia ultra millenaria. Comincio così a fare conoscenza con un nuovo santo, San Siffrein. Giunto da bambino, intorno all'anno 500, con il padre da Albano in Campania al monastero di Lérins, divenne monaco come il padre. Verso il 530, su richiesta degli abitanti di Venasque, il vescovo di Arles, San Cesario, lo consacrò vescovo.

Per prima cosa fece costruire il Battistero, su un tempio pagano del II secolo. Lo visito… da restare davvero a bocca aperta, un capolavoro…



Costruì poi la chiesa dedicata a Maria.

Nella chiesa saluto i tanti santi presenti, tutti nelle loro statue dorate sullo stile provenzale: san Biagio, san Marco, sant’Anna, san Rocco, san Giuseppe, santa Rosa da Lima, sant’Antonio, santa Filomena, san Fiacrio. Santa Teresa di Gesù Bambino è invece raffigurata in una bella statua di marmo. Mi li aggrego tutti come compagni di viaggio, anche perché siamo alla vigilia della festa di Tutti i Santi!

in chiesa leggo una lettera rivolta alla Madonna di una certa Jeannette Labeille; che sia un personaggio famoso? Non saprei, comunque non mi sembra. In ogni caso la copio perché troppo bella:

Signora Bianca,
Nostra Signora di Venasque,
o sai bene: sono Jeannette Labeille, di Marcieux
Sono almeno dieci volte che sono venuta a visitarti…
Sono arrivata, molto giovane, con mio padre e mia madre, portando con orgoglio il mio pasto in un cestino.
Sono tornata, ragazzina, con il mio bel foulard e la mia piccola croce d'oro, e ho riso lungo il cammino, tra due decine di rosari o due inni.
Sono tornata come donna, al braccio di Claude, mio marito, che aveva indossato i suoi bei vestiti della domenica.
Sono tornata madre, con le manine aggrappate alla mia gonna.
Ritorno da voi oggi, dopo aver compiuto cinquant'anni; e forse per l'ultima volta, perché sto invecchiando.
Mi riconosci, Bianca Signora?
Torno da te sola, senza altra compagnia che la mia solitudine.
Claude è morto l'anno scorso per un infarto. E i bambini sono cresciuti: molti sono partiti per Marsiglia, Lione e anche più lontano. Gli altri se ne sono andati e non mi seguono più.
Sono come te dopo la morte di tuo figlio, Madonna Bianca.
Sono venuta a trovarti perché sono sola e tu sei sola, per chiacchierare un po', tra donne, tra madri.
Fa piacere vero, Madonna Bianca?
Ho preso i sentieri tra le colline. Li conosco, sai, ma sono duri alla nostra età, e faceva caldo, quindi sono piuttosto stanca. E dovrò rimettermi in viaggio, perché il lavoro mi aspetta.
Ti dispiace se mi siedo per un po' nella fresca comodità della cappella, davanti alla tua immagine?
Ho così tante cose da raccontarti e non so da dove cominciare.
Comunque sì: voglio ringraziarti, Bianca Signora.

Grazie, perché Claude era un bravo marito, non loquace, ma fedele, lavoratore e allegro.
Grazie, perché i miei figli sono cresciuti tutti bene.
Grazie, perché non abbiamo mai avuto molti soldi (averne troppi non è sempre fonte di felicità), ma avevamo pane tutti i giorni.
Grazie, perché mi hai mantenuto in salute, le mie gambe forti, le mie mani attive e la mia lingua sciolta!
Grazie, perché la vita mi ha tenuto così impegnata che non ho avuto tempo di pensare al male, a parte qualche calunnia e qualche parola un po' troppo dura rivolta a Claude, quando aveva bevuto al mercato di Carpentras, il venerdì, e poi qualche schiaffo ai bambini, quando mi hanno dato fastidio.
Sai, Madonna Bianca, è molto difficile evitare gli sbagli, a meno che tu non sia una santa come te, senza peccato.
Nonostante il lavoro e le preoccupazioni, recitavo le mie preghiere mattina e sera, senza dimenticare l'Ave Maria, e non perdevo la messa della domenica; tuttavia la casa era lontana dalla chiesa.
Ma ti sto stancando, e il tempo passa, e il sole tramonta.
Dovremo ripartire, attraverso le colline.
Madonna Bianca, questa potrebbe essere l'ultima volta che vengo a trovarti. Ricorderai la mia visita, Madonna Bianca?
Ne parlerai con tuo figlio?
Vi ricordate di Jeannette Labeille, di Marcieux, Madonna Bianca?