sabato 25 ottobre 2025

Il lupo di san Gens

 

È presto quando mi metto in cammino per la mia camminata mattutina. Il sole non è ancora sorto e la natura silenziosa è avvolta da un velo scuro. Intanto il sole scala le colline e quando appare sul crinale d’un lampo tutto si illumina e i colori si ravvivano.

Vado dove mi portano le gambe, a casaccio, per strade di montagna. Ed ecco, inaspettato, Beaucet, un paesetto a un paio di chilometri da St-Denis, un comune di poco più di 300 anime. Arroccato sulle rocce conserva memorie antiche. Ha un castello del 1100, ma soprattutto un santo, il giovane Gens Bournarel, venuto nelle vicinanze attorno al 1120 per vivere da eremita. La valle, con le sue grotte nelle rocce, era già popolata da diversi eremiti cristiani, che vivevano di preghiera e ascesi. Quando arrivò un lupo sbrano una delle sue due mucche che il padre gli aveva dato per coltivare i campi. Il santo lo ammansì, un secolo prima di san Francesco! E il lupo lavorava aggiogato accanto all mucca...  

Alla sua morte il sito della sorgente, che si dice egli abbia fatto sgorgare miracolosamente per dissetare la madre, venuta a cercarlo, e la sua tomba divennero un'importante meta di pellegrinaggio. In tutta la Provenza, San Gens è invocato per la pioggia, il che lo rende molto popolare tra i contadini. Pellegrinaggi e feste popolari si tengono a maggio e a settembre.


Chissà se riuscirò ad andare sulla sua tomba…

venerdì 24 ottobre 2025

Quante le chiamate nella nostra vita?

Oggi abbiamo meditato sulla chiamata di Zaccheo.

Quante sono le chiamate nella nostra vita?

Penso a Pietro. La sua prima chiamata è stata quando Andrea lo porta da Gesù, che gli dà un nome nuovo. Una seconda sul lago; i vangeli la narrano in due maniere diverse. Una terza quando risponde alla domanda di Gesù su che egli sia. Una quarta quando si mette davanti al Maestro e vuole indicargli la strada; Gesù lo rimette al suo posto, in posizione di seguirlo. Una quinta quando Gesù lo guarda nel cortile del sommo sacerdote, dopo che egli lo ha rinnegato tre volte. Una sesta sul lago, quando il Risorto di nuovo gli ripete, come la prima volta, “Tu, seguimi”. Forse nei Vangeli se possono scorgere altre. Ci sono due nuove chiamate negli Atti degli apostoli. Per non parlare della tradizione che lo vede a Roma quando, davanti alla persecuzione, abbandona la città e Gesù gli passa accanto, camminando in senso contrario. “Maestro, dove vai?”. Quo vadis? “Vado a morire a Roma” e tacitamente lo chiama ancora una volta a seguirlo.

Quante sono le chiamate nella nostra vita?

Sono sempre nuove, e ogni volta chiedono risposte nuove, sempre coraggiose, in una perseveranza fino alla fine.

Fino a quando giungerà l’ultima chiamata: “Vieni e seguimi”. Quella che ci introdurrà in paradiso.

giovedì 23 ottobre 2025

Provenza profonda

Da lunedì siamo tra le montagne del Vaucluse. Partiti da Aix attraversiamo il parco del Luberon fino a Notre Dame de Lumières. Poi Gordes, l’abbazia di Sénanque, le gole del Verdon, Venacque, e finalmente St-Denis. 

Montagne e colline, boschi e vigneti, oliveti e querce e pini e rocce. Paesaggi d’incanto, nella Provenza più bella. Con i colori dell’autunno.


St-Denis: un paesetto tutto di pietra, come tutti i paesi d’intorno.


A pochi passi La Sainte-Garde, un grande complesso che risale al 1600, passato per mille usa e oggi centro di studio, di formazione, di ritiro, tenuto dall’Istituto Notre-Dame de Vie. C’è anche un istituto teologico affiliato al Teresianum di Roma.

Notre-Dame de Vie, una comunità di ispirazione carmelitana che ha ormai circa 700 membri ed è diffusa in una ventina di Paesi. Sorta qui nel 1932, nel 1947 è diventata istituto secolare.





Il nostro gruppo “Esperienza de Mazenod” ha qui iniziato i 15 giorni di esercizi spirituali…

Siamo circondati da una natura stupenda e da paesetti d’altri tempi. Un vero dono di Dio.

mercoledì 22 ottobre 2025

Il "genio" femminile e il carisma oblato

Domenica abbiamo avuto tra noi Ileana Chinnici, presidente delle COMI. Essendo lei un’astronoma, ho potuto presentarla richiamando il sistema tolemaico, che vedeva sole e pianeti ruotare attorno alla terra, e sistema copernicano, che vede il sole al centro. In analogia con primo sistema a volte si pensa che gli Oblati siano al centro e attorno a loro ruotino i laici e gli istituti nati da essi. Nel secondo caso al centro c’è il carisma e tutti ruotiamo attorno ad esso, anche gli Oblati, attuandolo ognuno secondo la sua vocazione. Abbiamo quindi chiesto a Ileana come le COMI attuano il carisma oblato. Eccone una sintesi:

Penso che, essendo donne, laiche e consacrate, condividendo il carisma oblato, abbiamo dei campi preferenziali di missione. Ad esempio, siamo immersi in almeno due contesti: il mondo femminile e il mondo del lavoro. In questi contesti, possiamo rendere vivo oggi Sant'Eugenio. Nella sua famosa omelia nella chiesa della Madeleine del 1813, egli si rivolse alle classi sociali più basse, descrivendone le condizioni, aiutandole a prendere coscienza di chi sono di fronte a Dio e di fronte al mondo.

Noi donne potremmo parafrasare così le sue parole:

Donne, chi siete voi agli occhi del mondo? Una classe di persone commercializzate, valutate solo per il sesso, esposte spesso anche a maltrattamenti per mano di partner esigenti e talvolta crudeli che pensano di aver comprato il diritto di trattarti con umiliazione e violenza con il meschino amore che ti danno. Sete valutate per l’aspetto, il tuo corpo: se siete attraenti e sessualmente facile, potete sperare di fare carriera o di guadagnare soldi, altrimenti dovete accettare lavori poco gratificanti e mal pagati. Questo è ciò che pensa il mondo.

E voi, precari, occasionali, chi siete voi agli occhi del mondo? Una classe di persone senza protezione, fannulloni incapaci di salire di grado, che scroccano i loro genitori. Non avete il diritto di avere un futuro, siete condannati a non avere prospettive. Nessuno si preoccupa di assicurarvi un posto, sete costretti ad andare all'estero per cercare lavoro.

Quindi  tocca a noi dire , con Sant'Eugenio:

Vieni ora e impara da noi ciò che sei agli occhi della fede. Donne, donne sfruttate, voi tutte che siete private di dignità, sorelle mie, sorelle care, sorelle rispettate, ascoltatemi. Voi siete le figlie predilette di Dio, le sue meravigliose cooperatrici nella difesa della vita, nella promozione dell'umanità, nella cura delle sue creature, nella diffusione della sua tenerezza, nel mostrare la sua bellezza e il suo amore materno.

E voi, fratelli e sorelle che cercate un lavoro, voi che siete stati licenziati, lavoratori in cassa integrazione, amici disperati e scoraggiati, siete figli amati di Dio, siete persone preziose, siete preziose agli occhi di Dio, Lui vi ha dato talenti e tante capacità umane, avete competenze, avete la dignità più alta. Dio solo era degno della tua anima. Solo Dio potrebbe soddisfare il tuo cuore.

In altre parole, noi, laiche che condividiamo il carisma oblato, siamo chiamate ad annunciare l'alta dignità della persona umana in ogni situazione, non predicando (come gli Oblati), ma condividendo le condizioni di coloro ai quali siamo inviate, consapevoli che Gesù Cristo, il grande Missionario, ha fatto lo stesso con l'umanità.

Il mondo femminile e il mondo del lavoro sono due contesti che l'azione missionaria degli Oblati non può raggiungere direttamente. Ce ne sono molti altri: famiglie distrutte, persone malate... Spesso abbiamo questo tipo di problemi tra i nostri parenti, i nostri amici, i nostri colleghi. A volte siamo chiamati a sostenere, a confortare, ad assistere queste persone, stando accanto a loro, aiutandole a prendere coscienza della loro dignità: chi sei tu agli occhi del mondo? Chi sei tu agli occhi della fede? Sant'Eugenio ci chiama ad andare lì, ad allargare il raggio d'azione dell'azione missionaria degli Oblati, essendo presenza più che annuncio.

Questo ci porta ad introdurre il secondo tratto distintivo comune: la Vergine Maria. Le donne che condividono il carisma oblate hanno Maria Immacolata come modello per la loro missione. Esse esprimono la presenza di Maria Immacolata, il suo cuore pieno di misericordia e di tenerezza, il suo amore materno.

Le donne che vivono il carisma degli Oblati hanno la missione più alta di essere il volto di Maria Immacolata. Possono anche cooperare in modo significativo con gli Oblati nella loro azione missionaria, conservando e facendo crescere i frutti della loro missione, sul modello della Vergine Maria tra gli Apostoli. Il suo amore guidi i nostri passi al servizio della Chiesa e alla reciprocità e all'"unità dei due" voluta da Dio nel suo disegno originario per la vera realizzazione dell'uomo.

martedì 21 ottobre 2025

Preghiera di una foglia che muore

L'acero, qua fuori della mia finestra, sta lasciando cadere le foglie. Ai suoi piedi ne ha un manto. Ogni foglia che cade dice:

Io sono fragile, Lui è resistente.
Io sono debole, Lui è forte.
Io passo, Lui rimane.
Io muoio, Lui vive.
Io sono contingente, Lui è stabile.
Lui mi rende forte e resistente, stabile.
Lui mi fa vivere e rimanere.
Io nulla, in Lui Tutto, sono tutto.

Ho scritto questa “preghiera” questa mattina, e poco dopo mi imbatto in questi due testi di sant’Eugenio:

Tutto ciò che esiste è fatto per portare l'uomo a Dio, e il Creatore diede occhi all'uomo, affinché ammirando un'opera così bella, glorificasse il sublime Architetto. Interprete della natura muta, ricevette una lingua per cantare le lodi del Creatore, per benedirlo in suo nome e in nome di ciò che non ha voce. Il cantico dei tre giovani fanciulli Ebrei nella fornace ci insegna che deve essere così; e l'uomo deve rendere al Creatore l'omaggio che la formica e il verme non mancherebbero di rendergli, se, come lui, avessero ricevuto ciò che è necessario per rendere questo dovere indispensabile al Creatore.

C'è forse qualcosa di più gioioso dei campi, di più ricco della natura, soprattutto quando un'anima tanto religiosa quanto sensibile scopre lì, sotto ogni foglia e sull'ala di ogni atomo, il grande nome dell'Eterno? E il cristiano che va oltre, emerge da questa specie di rapimento per abbandonarsi a tutti i trasporti dell'amore e della gratitudine, pensando che questo Dio onnipotente che ha creato tutte queste meraviglie giocando, “ludens in orbe terrarum”, si è avvicinato all'uomo, all'uomo confuso e perso nella mera contemplazione della più piccola delle sue opere, per conversare con lui, per istruirlo, per dirigerlo, per unirsi a lui nell'intimità dell'amore più incomprensibile, per fonderlo in qualche modo nel suo essere e per portarlo via per condividere la sua gloria. Oh Dio! Oh Dio! e la maggior parte degli uomini vive senza pensarci…

lunedì 20 ottobre 2025

La preghiera per la guarigione del bambino

 

Sono 9 i membri della famiglia che, insieme, chiedono la grazia della guarigione per il bambino. Una volta ottenuta la grazia, nel 1667, fatto dipingere un ex voto alla "Madonna dell'Eterna luce".

È uno degli oltre 350 quadri ex voto custoditi nel santuario sorto nel 1661, su una cappella che ha origini nel IV secolo, a seguito della guarigione di un contadino del luogo. Gli ex voto sono poi continuati a venire, ma sotto forma di piccole targhe di marmo. I dipinti chiedono di essere guardati a uno a uno, tanto sono semplici e belli

L’Arcivescovo di Avignone, nella cui diocesi si trova il santuario, aveva conosciuto gli Oblati attraverso le missioni nella sua diocesi e tramite Padre Albini, di cui era stato compagno di studi al seminario maggiore di Nizza. Così propose al vescovo di Marsiglia, Eugenio de Mazenod, di acquistare la proprietà del santuario, con lo scopo della comunità era 1) la gestione del santuario, 2) l’evangelizzazione delle parrocchie della diocesi, sia con missioni che con ritiri spirituali, 3. dare ritiri spirituali ai sacerdoti, felici di andare a meditare per alcuni giorni in solitudine, all'ombra del santuario della Beata Vergine.

La presa di possesso ufficiale ebbe luogo il 2 giugno 1837, primo venerdì del mese e festa del Sacro Cuore. In seguito la casa divenne centro di formazione dei futuri missionari, giovani che da lì partiti per il mondo intero: almeno un centinaio.

Oggi siamo stati anche noi in pellegrinaggio a questo meraviglioso antico santuario.

Insieme abbiamo riletto quello che scrisse sant’Eugenio nel suo diario il giorno in cui prese possesso del santuario, insieme a Padre Tempier, e Padre Jean-Baptiste Honorat, nominato primo superiore della comunità . Tra l’altro scrive:

«Lumières, 2 giugno 1837.

Poiché oggi è la bella festa del Sacro Cuore di Gesù, non ho voluto lasciarla passare senza consacrargli la casa, la fondazione e la comunità che deve svolgere il servizio del santuario ed esercitare il santo ministero delle missioni nella diocesi. (…) P. Tempier, p. Honorat e io abbiamo indossato i nostri abiti corali e, soli in questa grande chiesa, avendo come testimoni solo il nostro custode Saverio Granguer e sua moglie, abbiamo esposto devotamente il SS. Sacramento (…). Ci siamo fermati una mezz’ora in orazione. Mi sembra che questi momenti sono stati preziosi. Eravamo proprio soli alla presenza del Divin Maestro, ma eravamo prostrati ai suoi piedi per mettere sotto la sua potente protezione le nostre persone, la nostra Società, il suo ministero, le sue opere, la casa di cui stavamo prendendo possesso; Gli abbiamo domandato di regnare su di noi, di essere nostro padre, nostra luce, nostro aiuto, nostro consiglio, nostro sostegno, nostro tutto. Abbiamo invocato le sue benedizioni su di noi e sulla nostra Congregazione (…) per tutte le meraviglie che il Signore opera attraverso i nostri, dai deboli inizi della nostra piccola famiglia fino ad oggi. Questa casa (…) è già la decima fondazione della nostra Congregazione».

Mi hanno colpito come parla di Gesù: nostro padre, nostra luce, nostro aiuto, nostro consiglio, nostro sostegno, nostro tutto.

domenica 19 ottobre 2025

50 anni fa Eugenio de Mazenod beato

19 ottobre 1975. Come oggi, 50 anni fa il 19 ottobre era domenica, la giornata mondiale delle missioni, Anno Santo.

Come oggi san Paolo VI proclamava beato Eugenio de Mazenod. Lo definì “Appassionato di Cristo e dedicato totalmente alla Chiesa”. Continuò invitando ad ascoltare il suo appello a lasciarsi invadere dallo Spirito di Pentecoste: “Questo Pastore e questo Fondatore, autentico testimone dello Spirito Santo (…), rivolge un richiamo fondamentale a tutti i battezzati, a tutti gli apostoli di oggi: lasciatevi invadere dal fuoco della Pentecoste e conoscerete l’entusiasmo missionario!”.

È bello rivivere questo centenario qui a Aix, dove sant’Eugenio è nato e dove è nata la sua opera dei Missionari Oblati di Maria Immacolata. Ed è bello riviverlo con Oblati di tutto il mondo, viva testimonianza della missionarietà degli Oblati.