venerdì 30 settembre 2016

Auguri padre Louis; auguri padre Paolo


«… con le disposizioni degli Apostoli riuniti nel cenacolo in attesa che lo Spirito Santo venisse ad infiammarli del suo amore e a dar loro il segnale per mandarli alla conquista del mondo».
Ho scritto queste parole di sant’Eugenio su un grande poster che ho messo nella sala capitolare, accanto all’urna che avrebbe dovuto raccogliere le schede per l’elezione del Superiore generale.
Si vede che i membri del Capitolo erano davvero nelle disposizioni degli Apostoli e, come a Pentecoste, lo Spirito è sceso: al primo scrutinio p. Louis Lougen è stato rieletto per un secondo mandato con la quasi totalità dei voti.
Poi è stata la volta della riconferma di p. Paolo Archiati come vicario generale, segno che il tandem in questi sei anni ha funzionato bene.
Siamo in buone mani! 
Auguri a entrambi.

Mi piace rileggere alcune parole di p. Louis rivolte Agli associati oblati riuniti a Ottawa, 17 febbraio 2011:

«Il carisma, questo dono che proviamo a vivere, è una via per conoscere e seguire Gesù, la cui vita, quando lo vediamo appeso alla croce e abbandonato da quasi tutti i suoi compagni, sembra essere un fallimento totale. Credo che ci sia in noi Oblati, associati, fratelli e sacerdoti professi, una sorgente di vita che ha le sue origini in questa esperienza di totale desolazione e di abbandono. Nel cuore di questa notte spessa, prende forme l’espressione più forte di un amore incondizionato. È l’amore di un Figlio per il Padre e l’amore di Dio per il suo popolo. Questa fu l’esperienza del giovane Eugenio de Mazenod, quando entrò in una chiesa il venerdì santo del 1807. Sant’Eugenio ha visto Gesù sulla croce e lo ha visto in un modo unico, mai sperimentato prima. Quando comprese che il sangue di Cristo e tutta la sua vita erano stati donati perché avessimo la vita in abbondanza, la sua esistenza fu sconvolta. 
Un elemento della spiritualità oblata consiste nel venire a contatto con Gesù, come mio Salvatore, lasciandomi sommergere dal suo amore incondizionato per me, per noi, per i poveri e gli abbandonati, per la Chiesa e per il mondo. Questa esperienza di amore non si fa una volta per tutte: il suo approfondimento costituisce in verità la crescita della nostra vita spirituale che trasforma e cambia tutta la nostra vita. In definitiva, questa esperienza dell’amore di Dio per noi, un amore senza condizioni, gratuito, non meritato, fa di noi persone libere». 

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