lunedì 1 febbraio 2010
La vita religiosa e gli Oblati in Thailandia / 8
Oggi a Chiang Mai inizia il quarto simposio duddhista-cristiano. Ma prima di entrare in questo nuovo mondo una parola per concludere la mia permanenza a Bangkok.
La vita religiosa, dunque. Poiché la Chiesa di Tailandia è stata fondata dal MEP (Missioni Estere di Parigi, una società di preti, non religiosi) ha subito assunto uno stampo diocesano. La vita religiosa e arrivata più tardi. Oggi ci sono 30 istituti femminili e 15 maschili, con un gran numero di membri (una piccola congregazione diocesana femminile ha tenuto recentemente un campo vocazionale e 120 ragazze hanno chiesto di entrare... poi c'è stato ovviamente il discernimento).
L'impegno principale riguarda l'impegno educativo (scuole grandi e qualificate) e sanitario. I Camiliani hanno importanti istituzioni di assistenza: ospedali, case per i malati di AIDS, case per anziani. In tutti i campi le istituzioni cattoliche sono all'avanguardia. La VR è principalmente di tipo attivo, dimensione culturalmente più affine alla mentalità pragmatica tailandese. La vita contemplativa femminile è rappresentata dalle Clarisse Cappuccine e dalle Carmelitane. Una presenza semi-monastica è appena arrivata con le Domenicane. La vita monastica maschile è inesistente e sorprende un po', quasi in contraddizione con il monachesimo buddhista onnipresente. In alcune diocesi la VR è presente o presente in misura minima, senza creare problemi. Anche quando la VR si inserisce con rispetto nella vita diocesana di fatto segue una via parallela. C'è poca coordinazione con la diocesi e ancor meno tra i diversi istituti religiosi. Solo le religiose riescono ad incontrarsi con regolarità.
L'attività missionaria passa, per lo più, attraverso le varie opera (grande dibattito sulla scuola come mezzo di evangelizzazione... per ora però rimane una grande fonte di reddito). Al momento presente sta crescendo la sensibilità missionaria da parte della VR. Alcuni istituti tipicamente missionari già lavorano direttamente nell'evangelizzazione (Betaramiti, OMI, PIME, Missionari di Tailandia), altri aprono con attività educative e caritative di grande portata in zone depresse, aperte tanto ai cattolici che non cattolici, con uno scopo sia servizio che di testimonianza (St. Paul the Chartres hanno un bel centro per bambini malati di AIDS e una grande scuola per ragazze povere a Chiang Mai). Le Suore di san Vincenzo lavorano con i poveri casa per casa. Nuovi istituti arrivano in continuazione con lo scopo di lavorare nell'ambito dell'evangelizzazione, per questo accettano parrocchie non ancora ben strutturate, specialmente nelle diocesi più povere. Meno evidente l'impegno per promuovere la spiritualità, forse perché di questo non c'è una grande richiesta (anche se c'è il bisogno): la vita spirituale si identifica semplicemente con la vita sacramentale.
Gli Oblati di Maria Immacolata. Nel 1966 la provincia OMI del Laos iniziò la missione del Laos. Nel 1976, dopo l'espunsione dei missionari dal Laos, la Thailandia divenne una delegazione legata alla casa generalizia, mentre da adesso sarà legata alle Filippine. 18 gli Oblati presenti in una grande varietà di provenienza (Thailandia, Laos, Filippine, Belgio, Francia, Italia) e di età (dai 30 agli 84 anni).
Sono sette le comunità, a Bangkok (2 case di formazione, una parrocchia e un centro per l'etnia Hmong) e le altre in tre diocesi del Nord-est, in vero territorio di prima evangelizzazione. A differenza di tutti gli altri religiosi gli Oblati non hanno né scuole, né ospedali, né strutture particolari. Tutte le opere, a cominciare dalle case alla chiese, sono della diocesi. Gli Oblati possiedono soltanto la casa della delegazione, le due case di formazione e quattro auto. Ci sono parrocchie con 25 cattolici, con cento, fino un migliaio in quella di Thabom. Si vive una "missione di presenza", di convivenza con la gente, che è molta riservata e non vuole "propaganda". Si tratta soprattutto di costruire rapporti sinceri e poi eventualmente di parlare. La quasi totalità della gente è di tradizione buddhisti. Soltanto sulle montane ci sono tribù animiste.
Vale la pena fare una visitina al sito
http://www.rodighierodomenico.org/
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