martedì 19 novembre 2019

Tristezza e gioia


“Allontana da te la tristezza… è il più pericoloso di tutti gli spiriti… Rivestiti di gioia e dilettati in essa. Infatti ogni uomo allegro fa azioni buoni, pensa cosa buone…”.
È il decimo precetto de Il Pastore di Erma, lo scritto di uno dei Padri apostolici del II secolo che sto leggendo in questo periodo.
Contemporaneamente leggo, in un discorso di Papa Francesco, che Gesù, incontrando sul lago Pietro dopo il rinnegamento, “vuole liberarlo dalla tristezza”.

Brutta bestia la tristezza, dicono tutti che sia l’alleato del diavolo. Il Pastore di Erma dice che è “sorella dell’incertezza e della collera”. Porta a vedere tutto nero, alla depressione e infine alla disperazione e al peccato.
La gioia invece è uno dei frutti dello Spirito Santo. È positiva, tutto trasfigura e mette le ali.

Allora cristiani buontemponi?
No davvero!
Non ci mancano difficoltà e tribolazioni, ma da quando Gesù le ha prese su di sé, in tutte queste riconosciamo la sua presenza!
Allora: "Beati gli afflitti, perché saranno consolati!" (Mt 5, 4).
È l’esperienza di Paolo: “Sono lieto delle sofferenze…” (Col 1, 24).
È l’insegnamento di Pietro: “Nella misura in cui partecipate alle sofferenze di Cristo, rallegratevi…” (1 Pt 4, 13).


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