sabato 24 marzo 2012

Eucaristia e Oblazione


Un sacerdote mi ha inviato una e-mail chiedendomi della bibliografia su Eucaristia e Oblazione.
Sarei tentato di rimandarlo al primo scritto che ne parla, nell’anno 56 circa, la prima lettera di Paolo ai Corinti: “Questo è il mio corpo, che è per voi”, o al Vangelo di Luca: “Questo è il mio corpo che è dato per voi”, “questo  calice è la nuova alleanza nel mio sangue, che viene versato per voi”.
Con l’Eucaristia Gesù mostra chiaramente che non vive per se stesso, ma per gli altri, per noi.
Il dono del suo corpo e del suo sangue indicano il dono di tutta la sua persona, del suo amore estremo, “fino alla fine”, fino alla morte di croce.
È lui l’“Oblato” per eccellenza, interamente donato.
Ogni altra oblazione, la nostra oblazione, si misura sulla sua: una vita totalmente donata; ed è possibile perché egli ci unisce alla sua oblazione.
È come quando si mettono le poche gocce d’acqua nel vino all’offertorio della messa: “L’acqua unita al vino sia il segno della nostra unione con la vita divina di Colui che ha voluto assumere la nostra condiziona umana”. Una volta che le gocce sono lì nel vivo chi può più separarle? E una volta che quel vino si trasforma in Cristo non si trasformano anch’esse in lui? 

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