Per
capirlo occorre entrarvi. Le realtà del cielo si vivono e quando si vivono si
capiscono.
Piuttosto
che spiegare il Regno dei cieli Gesù offre alcune coordinate per incamminarsi
verso di esso, ne suscita il desiderio, ne indica la strada.
Ed ecco
le parabole: la semina, la zizzania, la senape, il lievito, il tesoro, la
perla, la rete. Semplice, vero? Sette parabole, sette punti convergenti verso
il Regno dei cieli, che lasciano il campo aperto all’intuizione: chi capisce
capisce… Ci vuole un cuore puro.
Così “il
Regno dei cieli è simile a un uomo che ha seminato del buon seme nel suo campo.
Ma, mentre tutti dormivano, venne il suo nemico, seminò della zizzania in mezzo
al grano e se ne andò” (Mt 13, 24-43).
È simile.
Il Regno dei cieli è tutta un’altra cosa. Intanto però la parabola fa
riflettere su cosa accade lungo la strada verso il Regno dei cieli.
Nel
nostro cammino si parte bene, come quando in un campo si semina il grano.
Però
nella nostra vita c’è sempre qualcosa che non va, che intralcia il cammino,
come quando in un campo spunta la zizzania che conosciamo meglio come loglio.
Come
mai spunta questa erbaccia? Perché c’è qualcuno che lavora contro.
Il male è terribile, spunta sempre, in noi e attorno a noi e ci fa paura, ci taglia le gambe.
Ci prende lo scoraggiamento.
Cosa
fare?
Inutile
arrabbiarsi, disperarsi perché le cose non vanno come vorremmo.
Vorremmo essere diversi, migliori. E vorremmo che anche attorno a noi le cose fossero diverse, migliori.
Vorremmo essere diversi, migliori. E vorremmo che anche attorno a noi le cose fossero diverse, migliori.
Gesù ci
insegna ad accettare la situazione, fatta di limiti, di difficoltà, di tentazioni,
di sbagli e ad andare avanti, avendo fiducia nel dono di Dio.
Devo
credere che ciò che Dio ha seminato in me è più forte di ogni avversità, devo credere che il bene è più forte del male. Devo credere all'amore di Dio!
Nel Regno
dei cieli, in modo misterioso ma sicuro, alla lunga il bene vince sul male: rimane solo l’amore, il resto
brucerà come erbacce secche.
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