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Alla scrivania di Quasimodo |
30
luglio
Modica,
prima di una città, è un volto amico, quello di Teresa.
I
luoghi si animano di una vita più intensa e parlano un altro linguaggio quando
c’è con te qualcuno che conosci.
Eppure
a Modica non manca la voce. Ne ha di storia da raccontare: da Quasimodo, di cui
visitiamo la casa, agli scorci resi famosi dagli sceneggiati di Montalbano.
Soprattutto
ha da raccontare una straordinaria storia di fede e di arte.
Risorta
dalle ceneri del terremoto del 1693 ha saputo creare, come le cittadine
d’intorno, il tardo barocco siciliano.
Ma vi è
anche una chiesa rupestre bizantina, che attesta l’antichità del cristianesimo.
La
presenza di così tante chiese è certamente indice di ostentazione di potere e
di prestigio, ma prima di tutto di una pietà genuina, viva anche oggi, è un
canto alla bellezza di Dio, la celebrazione della sua gloria.
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Come
sorgevano questi capolavori, tra popolazioni povere?
È
d’obbligo una visita fugace al “Commissariato di Montalbano”, set cinematografico
permanente installato nel palazzo comunale. L’effetto Montalbano è stato
efficace per il turismo e la riqualificazione dei luoghi. Un effetto fugace che
mette finalmente in luce la ricchezza secolare di questo lembo di Sicilia.
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