Gesso. La
comunità oblata è sospesa tra cielo e mare, sui monti Peloritani. Da qui ogni
giorno gli Oblati scendo alle parrocchie loro affidate, accolgono persone desiderose
di spiritualità, di un colloquio, di preghiera, di un nuovo impulso missionario.
La pandemia ha fortemente penalizzato le attività apostoliche, gli incontri, l’ospitalità.
Anche qui nuovi appelli dello Spirito.
In mattinata visita alla parrocchia di Rometta, o meglio di alcuni chiese in diversi paesetti, affidati alla cura degli Oblati, che si dimostrano ancora una volta “Gesuiti di campagna” dediti al “popello per rura”.
Rometta, arroccate sui Peloritani, con panorama sui mari… la chiesa bizantina racconto le origini del V-VI secolo, ma la sua epopea è la strenua difesa contro gli Arabi, a cui tenne testa per un paio di anni. Fu l’ultima città della Sicilia a cadere, il 5 maggio 964, lasciando sul terreno più di 10.000 morti.
Dopo l’incontro con gli Oblati, quello con le Comi, “il volto femminile degli Oblati”.
Le
messinesi mi accolgono con l’inconfondibile calore siciliano e con l’affetto
fraterno.
A sera andiamo insieme ad Alì Terme, per incontrare la Comi più bella della Sicilia, quella che il Signore si è portato via all’improvviso, lasciandoci tutti sconcertati, a cominciare dagli alunni, affezionatissimi. Sono i misteri di Dio che sa meglio di noi ciò che conviene.
La comunità oblata disegnata dieci anni fa dalla signora Siracusano |
Intanto
oggi è l’anniversario di oblazione di due di loro: 30 anni! Una di loro, Daniela, mi scrive: “Ringrazio
Dio per questi meravigliosi anni passati insieme con tanti avvenimenti,
avventure, scoperte, resistenze, abbandoni... ma Gesù, il mio sposo, è sempre
più stupendo, mi fa girare la testa, mi sorprende sempre di più, mi fa
innamorare ogni giorno sempre di più... ha un amore esclusivo, sempre più
grande... mi fa sentire sua... non posso vivere senza di Lui... ci amiamo...
Lui mi ama di un amore infinito e io lo amo perché Lui mi ama... mi fa sentire
una persona amata... e per questo vivo...”.
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