Ottava stazione: Gesù incontra le donne di Gerusalemme
È Luca a raccontarci che, assieme a una grande folle, anche donne
in pianto seguivano Gesù (23, 28-31). Luca è sempre attento alla presenza
amorosa delle donne attorno a Gesù, discepole fedeli che lo seguono fino ai
piedi della croce.
Gesù è grato di non essere lasciato solo sulla via del
Calvario, ma pensa soprattutto a quella folla che lo segue, sulla quale è ormai
immanente la sciagura della distruzione di Gerusalemme: non pensino a lui,
pensino a cambiare vita: «Figlie di Gerusalemme, non piangete su di me, ma
piangete su voi stesse e sui vostri figli».
Quante donne piangono oggi la morte dei loro cari. Quale grande
sciagura si è abbattuta su di noi con questa pandemia. Ma dobbiamo piangere
tante altre morti dimenticate: i 7000 bambini falciati ogni giorno dalla fame,
i 100 soldati uccisi l’altro ieri da Boko Haram in Ciad, quelli delle guerre
senza fine, dei cartelli della droga, dei profughi nei deserti e nei campi di
detenzione...
Se hanno trattato te così, che sei il “legno verde”, che ne sarà
di noi “legno secco”? Dovremmo essere tagliati e bruciati. Che altro meritiamo
nella nostra cattiveria?
Per fortuna poco dopo dirai: «Padre, perdonali, perché non
sanno quello che fanno» (23, 34). Ci scusi, ti metti dalla nostra parte, ci
difendi, nel tuo amore infinito.
Non dobbiamo fare anche a noi così con i nostri fratelli?
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