Per ragioni di forza maggiore la visita è rimandata al 28 marzo
La visita ai santi romani sabato prossimo 7 marzo questa volta ci porterà da due santi toscani, ma che hanno vissuto gli ultimi giorni della loro vita a Roma e sono sepolti a Roma, una accanto all’altro… e quindi sono romani: Caterina da Siena e il beato Angelico.
La visita ai santi romani sabato prossimo 7 marzo questa volta ci porterà da due santi toscani, ma che hanno vissuto gli ultimi giorni della loro vita a Roma e sono sepolti a Roma, una accanto all’altro… e quindi sono romani: Caterina da Siena e il beato Angelico.
Il 18 giugno
del 1376 va ad Avignone e riesce a far tornare a Roma il papa Gregorio XI. Quando
alla sua morte viene eletto un antipapa inizia lo Scisma d’Occidente. Il nuovo
papa, Urbano VI, chiama Caterina da Siena a dare sostegno alla Chiesa. Ella giunge
a Roma il 28 novembre 1378. Il giorno successivo il papa la riceve in Santa
Maria in Trastevere e lei, povera e piccola «donnicciola» – così,
affettuosamente la definisce Urbano VI – incoraggia il collegio cardinalizio e il
pontefice «a vestimento forte della ardentissima carità» e a non aver paura
degli avversari agguerriti.
In un primo
momento Caterina dimora al Rione Colonna e poco tempo dopo, dal 2 luglio 1379, in
una casa, ancora esistente, in Via del Papa, oggi Piazza Santa Chiara 14,
accanto al Pantheon. Inizieremo da qui il nostro “incontro” con la santa.
Quotidianamente
ella va a pregare alla basilica di San Pietro per i bisogni della Chiesa.
«Appena giorno scendeva dal letto – annota il biografo –, e partendo dalla
strada detta la Via del Papa, dove stava di casa, fra la Minerva e Campo de’
Fiori, se ne andava a piedi lesta lesta a san Pietro, facendo un cammino da
stancare anche un sano».
«Quando è
l’ora di terza – scrive la stessa Caterina –, e io mi levo dalla messa, e
voi vedreste andare una morta a Santo Pietro ed entro di nuovo a lavorare nella
navicella della santa Chiesa. Me sto così infino all’ora del vespero; e di
quello luogo non vorrei escire né dì né notte, infine che io non veggo un poco
fermato e stabilito [rappacificato] questo popolo [romano] col padre loro [il
papa]. Questo corpo sta senza veruno cibo, eziandio senza la gocciola
dell’acqua; con tanti dolci tormenti corporali … con un nuovo martirio nella
dolcezza dell’anima mia, cioè nella santa Chiesa».
Quando muore,
la domenica 29 aprile 1380, Caterina ha trentatré anni.
Vedremo la
sua tomba nella chiesa della Minerva (senza testa, presa dai senesi), con
accanto quella del beato Angelico. Ci guiderà nella visita agli affreschi di
Filippino Lippi il prof. Mario Dal Bello. Nel chiostro un Domenicano ci parlerà
dell’attualità del messaggio di Caterina…
Benvenuti!
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