Nella Concordia
tra Antico e Nuovo Testamento Gioacchino da Fiore descrive una visione
“trinitaria” della storia parlando del susseguirsi di tre tempi:
«Il
primo è trascorso nella schiavitù, il secondo è caratterizzato da una servitù
filiale, il terzo si svolgerà all’insegna della libertà.
Il
primo è quello in cui siamo vissuti sotto la legge; il secondo è quello in cui
viviamo sotto la grazia; il terzo, il cui avvento è prossimo, è quello in cui
vivremo in uno stato di grazia più perfetta.
Il
primo periodo è quello degli schiavi, il secondo è quello dei figli, il terzo è
quello degli amici.
Il
primo è il tempo dei vecchi, il secondo dei giovani, il terzo dei fanciulli.
Il primo
corrisponde all’inverno, il secondo all’inizio della primavera, il terzo
all’estate.
Il
primo è segnato dal timore, il secondo dalla fede, il terzo dalla carità.
Il
primo stato appartiene dunque al Padre, che è autore di tutte le cose; il secondo
al Figlio, che si è degnato di condividere il nostro fango; il terzo allo
Spirito santo, di cui l’apostolo dice: “Dove c’è lo Spirito del Signore c’è libertà”
(2 Cor 3, 17)».
Non
potremmo vivere la Quaresima come terzo tempo?
Potrebbe essere un’idea…
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