Questa volta il mio blog non è mio ma dell’amico
Michele Zanzucchi che, accanto agli effetti devastanti provocati dal virus, sa
cogliere il positivo che sta emergendo da questa catastrofe:
1.
Obbliga a riscoprire gli affetti più
prossimi, a rivalutare la famiglia e la casa come luoghi di sicurezza.
2.
Porta ad avere un po’ più di umiltà nel
considerarci “superiori” alle forze della natura.
3.
Ci spinge a uno stile di vita più
sobrio, meno centrato sul continuo divertimento.
4.
Diminuisce il tempo che dedichiamo allo
shopping fine a se stesso, non essenziale.
5.
Ci fa riscoprire i libri, tra le grandi
vittime degli smartphone.
6.
Ci spinge a pregare un po’ di più, a
riscoprire la preghiera del cuore oltre a quella nelle chiese.
7.
Ci fa considerare il mondo più legato,
più piccolo, più unito.
8.
Ci fa smettere di considerarci “più
puliti e civili”, cioè “superiori” a tanti altri popoli.
9.
Ci fa smettere di pensare che gli
“untori” siano solo all’estero, in particolare nei Paesi più poveri.
10.
Fa diminuire l’inquinamento, persino
nella soffocata Cina.
11.
Ci fa riconsiderare il fatto che il
guadagno sia il solo scopo della vita.
12.
Meno pacche sulle spalle, meno abbracci
buttati lì, diamo più importanza alla gestualità.
13.
Ci fa vivere di più nell’attimo
presente, senza poter programmare granché.
14.
Sviluppa la ricerca medica e coinvolge i
ricercatori in uno sforzo collettivo encomiabile.
15.
Evidenzia l’abnegazione di tanti,
tantissimi operatori sanitari.
16.
Attori, politici, giornalisti e
calciatori sono portati a usare espressioni più pacate.
17.
C’è un po’ meno sport spettacolo, il che
non è un male, anzi.
18.
Meno pubblicità intossica i nostri
giorni.
19.
Sui social si leggono meno sciocchezze e
più riflessioni serie.
20.
Diminuisce il gossip, a profitto della
testimonianza.
21.
Cresce sui social l’umorismo (che risate
che ci facciamo) e soprattutto l’autoironia.
22.
I governi e le istituzioni finalmente
lavorano in modo concertato nella lotta alle fake news.
23.
Ci curiamo maggiormente dei nostri
anziani, per evitare che siano contagiati.
24.
Ci si rende conto di come il corso
normale della vita dipenda da tante relazioni sociali nascoste.
25.
Fa allentare i cordoni della borsa a non
poche istituzioni economiche e finanziare mondiali.
26.
Ci fa considerare “più umani”, cioè coi
nostri limiti irriducibili.
Ognuno
prosegua con la propria, di lista. Nessun dubbio, sia chiaro, il
Covid-19 è una sciagura, una iattura. Ma, come ricordava sant’Agostino,
se si riceve uno schiaffo non è detto che esso sia volontà di Dio, ma il dolore
che si sente lo è per forza. Nel dolore, nella sofferenza si può
“crescere” come persone umane, perché siamo costretti a ritornare
all’abc del senso della vita.
Nessun commento:
Posta un commento