Continuiamo a leggere la preghiera che Bernardo rivolge a Maria nel Paradiso di Dante.
Termine fisso
d'etterno consiglio,
Dio ha
pensato Maria da sempre e da sempre ha su di lei un disegno altissimo, legato
al progetto della redenzione, di cui è in questo il punto fermo attorno al quale
ruota da tutta l’eternità e per tutta l’eternità. «La giovane donna di Nazaret
– quanto di più fragile si possa immaginare – è nel fluire della storia quel
punto fermo a cui Dio affida dall’eternità il cambiamento del mondo, con
l’ingresso del Figlio nel tempo». Anche in questo Maria non si distanzia dall’umano
mondo di cui è parte. Analogo “consiglio” ha Dio per ciascuno dei suoi, come
ricorda l’inno della Lettera agli Efesini: «In lui ci ha scelti prima della creazione del mondo / per
essere santi e immacolati di fronte a lui nella carità, / predestinandoci a
essere per lui figli adottivi / mediante Gesù Cristo, / secondo il disegno d’amore
della sua volontà» (1, 4-5). Tutti pensati e amati dall’eternità, tutti chiamati,
tutti oggetto di un disegno, di un “etterno consiglio”, tutti destinati ad una
missione. Ognuno è unico, come Maria.
tu se’ colei che
l’umana natura
nobilitasti sì, che ’l suo fattore
non disdegnò di farsi sua fattura.
Maria
è stirpe del nostro popolo, è figlia nostra. A lei abbiamo dato la nostra
carne, è una di noi, creatura come noi. Sta dalla nostra parte. La chiamiamo
“madre”, giustamente, ma potremmo chiamarla anche “figlia”. È la più alta tra
tutte le creature, ma pur sempre creatura, “umile”. Accade come quando genitori
dimessi e poveri vedono un figlio diventare famoso e assurgere ad alte
responsabilità. Egli giunge dove loro non potrebbero mai arrivare, e proprio
per questo ne sono orgogliosi, lo sanno carne della loro carne, capace di portare
in alto il loro nome altrimenti oscuro.
Maria è il fiore purissimo spuntato dal fango della nostra
umanità. Quello che Dio ha fatto in lei può farlo anche in noi; l’ha fatto in
lei per farlo in noi, come ha ricordato un innamorato dell’Immacolata, Giovanni
Paolo II, commentando il testo dove Paolo dice che siamo scelti da Dio per
essere santi e immacolati: «Esser immacolati! Ecco l’ideale cristiano. (…)
Maria ci parla di una vittoria totale sul male, per cui, mettendoci al suo
seguito - e perciò al seguito di Cristo -, noi possiamo sperare di esser
totalmente purificati dal peccato e di diventare anche noi “santi” e
“immacolati”. O Maria (...) insegnaci a credere innanzitutto nella possibilità
di una piena immacolatezza (...). Insegnaci a credere fermamente in questa
possibilità e a perseguirla con coraggio per tutto il corso della nostra vita,
fino al compimento celeste».
Nel ventre tuo si
raccese l’amore,
per lo cui
caldo ne l’etterna pace
così è
germinato questo fiore.
“Ventre”. Pur nel riferimento al versetto dell’Ave,
Maria – “Benedictus fructus ventris tui” – la parola conserva tutta
la carnalità femminile. Maria è e rimane per sempre donna, anche nella gloria
del paradiso. Proprio come donna ha la capacità di accogliere l’amore, di
lasciarsi accendere dall’amore e di generare non soltanto il Cristo, ma anche
la Chiesa, fino alla sua compiutezza: la rosa mistica del Paradiso. È la
chiamata alla pienezza dell’amore che raggiunge ogni creatura, destinata a
diventare a sua volta generatrice di fraternità, di comunità, di Chiesa, come
lo è stata Maria nell’annunciazione, nella Pentecoste, nella realtà del Cielo.
Qui se’ a noi
meridïana face
di
caritate, e giuso, intra ’ mortali,
se’ di
speranza fontana vivace.
Maria è paragonata a una fiaccola luminosa come il sole di
mezzogiorno, è l’amore che illumina il paradiso. Per questo è fonte di speranza
per l’umanità intera, per ogni uomo e ogni donna, sorgente d’acqua limpida e
inesauribile. In lei ci sentiamo riscattati e rinasce la speranza. La sua
bellezza, direbbe Dante, “ride” radiosa, procurando letizia (XXXI, 133-138).
Mater spei è l’invocazione che Papa Francesco ha
aggiunto alle Litanie lauretane. È un titolo legato all’antifona Maris
stella (riecheggia nel Paradiso, XXIII, 88-90), che immagina Maria come
colei che orienta nella navigazione difficoltosa e perfino turbolenta della
vita e verso il porto ultimo della gloria. Anche qui Maria si fa icona della
vocazione del cristiano, chiamato a portare speranza in una società impaurita e
disperata.
Grazie!
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