martedì 2 marzo 2021

Le donne che hanno fatto la spiritualità italiana

 


Leggo una bella recensione di Bruno Bignami al ponderoso volume di Fulvio De Giorgi, La scuola italiana di spiritualità. Da Rosmini a Montini, Morcelliana, Brescia 2020, 736 p.

La conclusione mi lascia un po’ perplesso: “De Giorgi ha aperto una strada convincente. Persino necessaria. La scuola italiana di spiritualità attende futuri approfondimenti in altri maestri della Chiesa contemporanea. Molte altre figure come don Primo Mazzolari, Giuseppe Lazzati, padre David Maria Turoldo, Giuseppe Dossetti, don Giulio Facibeni, Giorgio La Pira, don Arturo Paoli, Aldo Moro, il cardinale Carlo Maria Martini… potrebbero essere studiate sotto questa luce. Ne uscirebbe un cattolicesimo vivo, attuale e capace di abitare la crisi postmoderna. Ne verrebbe tratteggiata una spiritualità lontana anni luce dallo spiritualismo di moda nei salotti buoni del cristianesimo d’élite. Il libro è un sasso lanciato: a noi il compito di raccoglierlo e rilanciarlo nei cuori delle persone del nostro tempo. È un’eredità da non sprecare; un’autostrada aperta tutta da percorrere. Perché non provarci?”.

L’invito va accolto. Quel che mi lascia perplesso è che nell’elenco delle “altre figure” su cui studiare appaiono soltanto uomini (anche nel libro di De Giorgi si prendono in considerazione soltanto uomini?). Possibile che nessuna donna abbia contribuito alla spiritualità cristiana italiana? E questo dal 1500 (Il libro di De Giorgi, pur partendo da Rosmini, mostra le radici della spiritualità italiana in Filippo Neri e nel movimento francescano-cappuccino). È un’oggettiva irrilevanza della donna nella vita ecclesiale, oppure una lettura ancora parziale e forse maschilista della storia?

Non varrebbe la pena guardare anche a grandi donne dell’Ottocento come la Marchesa di Barolo, Maddalena di Canossa, Francesca Cabrini, Teresa Eustochio Verzieri, o nel Novecento a Gemma Galgani, Elena Guerra, Armida Barelli, Benedetta Bianchi Porro, Teresa Musco, Chiara Lubich… Non hanno niente da dire queste donne alla storia della spiritualità italiana? Molte le ha poste magistralmente in rilievo, ad esempio, Massimo Petrocchi nella sua Storia della spiritualità italiana (l’ultima edizione è del 1984, poi riproposta nel 1996). Lo stesso ha fatto Tullo Goffi. Perché non continuare in questa linea?

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