25 marzo: Giornata di Dante, nei 700 anni dalla morte.
Il 25 marzo del 1300 si sarebbe trovato nella selva oscura, da dove inizia il suo straordinario viaggio.
Il mio piccolo omaggio per questo centenario è un articolo pubblicato sulla rivista dell’Editrice Ancora di Milano (”Vita Consacrata”): Vergine madre, figlia del tuo figlio. La preghiera di Bernardo nel Paradiso di Dante. Qualcosa ho messo sul blog.
Ho scelto di
commentare la preghiera che san Bernardo di Chiaravalle rivolge alla Vergine
nell’ultimo canto del Paradiso, perché è stata accolta, nella sua prima
parte, come inno della Liturgia delle ore. L’Ufficio divino della Chiesa
italiana non recepisce nessun’altra poesia del vasto repertorio della nostra
letteratura. Non, ad esempio, la preghiera alla Vergine con cui termina il Canzoniere
di Petrarca, non uno degli Inni sacri di Manzoni, non poesie più
recenti, come “Cristo, pensoso palpito” di Ungaretti. Quei versi di Dante
meritano di essere pregati regolarmente per la
grandezza dei temi trattati, «per la purezza dell'ispirazione, per il vigore
congiunto a squisita eleganza», come scrive Paolo VI Lettera apostolica Altissimus
cantus del 7 Dicembre 1965, per il settimo centenario della nascita
del Poeta.
Sì, Palo VI ha scritto una lettera per quel centenario. In essa
invitava a leggere Dante «non precipitevoli e frettolosi, ma con mente
penetrante e con meditazione amorosa». Lo chiama “signore
dell’altissimo canto”, e lo colloca tra
i grandi innografi cristiani: «Nel maestoso coro dei poeti cristiani, dove si
distinguono Prudenzio, S. Efrem Siro, S. Gregorio Nazianzeno, S. Ambrogio
Vescovo di Milano, S. Paolino da Nola, Venanzio Fortunato, S. Andrea di Creta,
Romano il Melode, Adamo di S. Vittore, S. Giovanni della Croce e altri — passarli
in rassegna tutti sarebbe molto lungo — l’aurea cetra, l’armoniosa lira di
Dante risuona di mirabili tocchi, sovrana per la grandezza dei temi trattati,
per la purezza dell'ispirazione, per il vigore congiunto a squisita eleganza» (Ibid.).
(Anche Benedetto XV, in occasione del sesto centenario della morte di Dante
Alighieri, gli aveva dedicato una Enciclica, In praeclaram summorum).
Dante, Paolo VI… e Ravasi? Certo, un uomo di cultura come Ravasi ha molto a che fare con la Divina Commedia, ma qui lo cito per ben altra ragione. Di Ravasi ho appena visto un breve intervento su Dante, in un video: “Dante è vivo. A 700 anni dalla morte”. https://www.youtube.com/watch?v=eMeqW5KwM30
Mentre lo ascoltavo –
dice sempre cosa interessanti – lo sguardo mi è andato sulla sua biblioteca che
appare alle sue spalle e… tra i libri spicca (almeno per me!) il Dizionario
dei valori oblati! nella prima edizione francese che ho curato… Non è la Divina
Commedia, ma insomma…
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