Donna, se’ tanto grande e tanto
vali,
che qual
vuol grazia e a te non ricorre,
sua
disïanza vuol volar sanz’ali.
La tua benignità non pur soccorre
a chi
domanda, ma molte fïate
liberamente
al dimandar precorre.
“Donna”. Mai come qui il titolo di signora conviene a Maria.
Ella può ogni grazia, aveva già scritto Dante poco prima (Paradiso, XXXI, 101). È
onnipotente per grazia, dispensatrice di grazie, porta del cielo, capace di
colmare le distanze tra Dio e le creature. È la «viva stella / che là su vince, come qua giù vinse»
(XXIII, 92-93), colei che in cielo supera in gloria ogni altro beato come in
terra ha superato in virtù ogni altra creatura, divenendo la dispensatrice delle
grazie, la fulgida porta del Cielo, colei che consente l’accesso alla
beatitudine. Ad essa si rivolge più avanti con l’appropriato titolo di regina:
«Ancor ti priego, regina, che puoi / ciò che tu vuoli» (XXXIII, 34-35).
Il
celebre Memorare, attribuito a Bernardo, ricorda che Maria non lascia
inascoltata nessuna preghiera a lei rivolta: «Ricordati, o piissima Vergine
Maria, che non si è mai udito che alcuno sia ricorso alla tua protezione, abbia
implorato il tuo aiuto, abbia chiesto il tuo soccorso, e sia stato abbandonato.
Animato da tale fiducia, a te ricorro, o Madre Vergine delle vergini; a te
vengo, dinanzi a te mi prostro, peccatore pentito. Non volere, o Madre del
Verbo, disprezzare le mie preghiere, ma ascoltami benevola ed esaudiscimi».
«Sicuramente
il Figlio esaudirà la Madre – leggiamo in un suo scritto autentico –, il Padre esaudirà
il Figlio (...). Può forse il Figlio non accogliere la supplica della Madre
oppure non essere esaudito dal Padre? Assolutamente no». Di cosa temere con
tanta avvocata?
In te misericordia, in te pietate,
in te
magnificenza, in te s’aduna
quantunque
in creatura è di bontate.
Non
poteva esserci sguardo più positivo sul genere umano. Maria è l’interprete
autentica dell’uomo e della donna, colei che ne ha attuato in maniera piena la
vocazione, il loro dover essere. Ella racchiude in sé tutto il bello e il buono
dell’umanità e della creazione come uscite dalle mani di Dio. Con il suo sì ha
chiuso e unto la piaga aperta da Eva (cf. Paradiso XXXII, 4-6) e ha
portato a compimento il piano divino sulla creazione. Anche in questo Maria è
modello, invito a cooperare nella redenzione, frutto di misericordia e di
“pietate”, opera magnifica, che trasmette “bontade”.
Quella
che Dante mette sulla bocca di Bernardo è il frutto di una contemplazione che
sale al cielo e discende ad operare sulla terra: “sicut in coelo et in terra” –
la vocazione di ogni cristiano.
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