Gesù
passava insegnando per città e villaggi, mentre era in cammino verso Gerusalemme
(Lc 13, 22-30)
Chissà
quanti riflessioni suscita il Vangelo di questa domenica:
chi
sono gli ultimi e chi sono i primi?
come
si fa a entrare per la porta stretta?
A me
colpiscono soprattutto le prime parole, messe lì da Luca con fare redazionale, per
dare un contesto agli enunciati così forti e drammatici di Gesù: “Gesù passava
insegnando per città e villaggi, mentre era in cammino verso Gerusalemme”.
Gesù
neanche si pone il problema se i suoi ascoltatori accolgo o meno la sua parola,
se sono di quelli che diranno semplicemente: “Non ti ricordi di noi, tu hai insegnato
nelle nostre piazze”, senza essere toccati dalla sua predicazione, o se sono di
quelli che “mettono in pratica la sua parola”.
Lui
insegna e basta.
Come
il seminatore che getta con abbondanza e generosità la semente senza curarsi se
essa andrà a finire sulla strada, tra i sassi, tra i rovi o in terra buona.
Sono
gli altri che si preoccupano di sapere se sono molti o pochi quelli che si
salvano.
Lui
dà la vita per tutti, a prescindere se qualcuno accoglie o meno la sua vita.
Sulla
croce ha sparso il suo sangue per tutti, anche se lì per lì sembra che uno solo
l’abbia raccolto, quel centurione che aveva presieduto l’esecuzione capitale.
Mi
sembra la lezione più bella del Vangelo di oggi.
Amare
tutti, senza pensare al ritorno, gratis… a prescindere.
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