Siamo
nella seconda metà del IV secolo. Basilio, che ha fondato una comunità monastica,
chiede al fratello Gregorio di scrivere un trattato sulla verginità. Gregorio
ha ormai quarant’anni e fino ad allora non ha mai scritto. È sposato ed è
vescovo di Nissa. Per stendere il suo trattato prende a modello la sorella
maggiore, Macrina, pur senza mai nominarla: è la prima e la più brava dei
quattro fratelli, quella che li aiuterà a diventare santi.
Un
giorno, in viaggio di ritorno alla sua sede episcopale, Gregorio senta l’impulso
di andare verso Anneci, nel cenobio fondato dal fratello, ormai deceduto. Trova
Macrina in fin di vita e l’accompagna nel momento della morte. Più tardi
scriverà la sua biografia, la prima di una donna; precedentemente si scrivevano
le “vite degli uomini illustri”. Metà del libro è dedicato al momento della morte, che per Gregorio fu un evento straordinario.
Dopo qualche anno l’ammirazione
per la sorella lo porta a renderle Macrina protagonista di un dialogo, L’anima e la
risurrezione, un libro che richiama il Fedone di Platone.
Nel Fedone,
il dialogo sull’immortalità dell’anima ha come protagonista Socrate, nel
momento in cui sta per morire. Il filosofo greco fa uscita dalla stanza la moglie
Santippe e si intrattiene con i discepoli sulla vita oltre la morte.
Il
riferimento a Platone è evidente, ma quale differenza in Gregorio di Nissa: il
cristianesimo fa sentire i suoi frutti.
Innanzitutto
non si parla soltanto dell’immortalità dell’anima, ma anche della risurrezione
del corpo, tema inconcepibile per il mondo greco; un tema prettamente cristiano
e attualissimo, dal momento che Gesù è risorto con il corpo.
E
poi… chi parla è una donna! Socrate mette alla porta la moglie: le donne non
avevano niente a che fare con il filosofare. Ora invece, a dissertate sull’immortalità
e la resurrezione, al posto di Socrate c’è Macrina, una donna, e lo fa davanti a
un vescovo! Potenza del cristianesimo.
Ma
perché proprio oggi penso a Macrina e al fratello Gregorio?
Perché
ho rivisto la stessa scena: Emmaus che parla di Gesù non davanti a uno, ma a più di sessanta vescovi!
Potenza
del cristianesimo che si rinnova e si rafforza!
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