martedì 19 marzo 2019

A Cosenza una Chiesa in uscita



L’avventura cosentina è terminata. Che comunità bella quella degli Oblati. Mi sono sembrati l’anima della città. Unitissimi tra di loro sono in costante donazione, con generosità e creatività. La loro casa è aperta giorno e notte, frequentata da giovani e adulti, che vi sentono a proprio agio, accolti, ascoltati…

La mia ultima meditazione sul cenacolo è stata sul “mandato” di Gesù e sull’azione dello Spirito Santo che scaraventa fuori i discepoli fuori e li trasforma in “Chiesa in uscita”, per usare una parola cara a papa Francesco.
Il primo effetto del turbine dello Spirito è proprio quello di attuare il mandato missionario di Gesù: «Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi» (Gv 20, 21-23). La missione di Gesù diventa la missione della Chiesa, la nostra missione. La sua opera è compiuta, inizia la nostra. Mio padre, Leonello, era estasiato all’idea che anche lui, semplice laici, fosse coinvolto da Gesù nella sua missione. Scriveva:

«Gesù non poté fare da solo l’opera della redenzione, ma tutta la Sua vita fu coinvolta col popolo e tutti furono protagonisti, chi in bene chi in male. Dicendo: “Sarò con Voi fino alla fine del mondo; manderò Voi a nome mio; fate questo in memoria di me”, vuole coinvolgere anche noi nella Sua opera redentrice. Ha bisogno di Apostoli per la diffusione del Suo Regno in ogni parte del mondo; di anime che lo ascoltano, lo comprendono, lo amano, lo consolano nell’angoscia: “Restate qui e vegliate con Me”. Allora aveva bisogno di Pietro, Giacomo e Giovanni, oggi ha bisogno di noi. Noi siamo Pietro, Giacomo e Giovanni; se vogliamo possiamo consolare Gesù. (…) Ha tanti nemici Gesù, deve avere anche tanti amici».

Il cenacolo si presenta dunque come il luogo nel quale il Signore Risorto invia i suoi apostoli nel mondo intero: dall’interiorità all’esteriorità, dall’intimità all’estroversione, da una comunità raccolta attorno al suo Signore a una comunità lanciata tra i popoli.

Spero che anche la comunità di laici che vivono attorno agli Oblati che ho incontrato a Cosenza sia sempre così.


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