“Quando Atanasio scrisse la Vita Antonii - subito divenuta un best seller, tradotto in latino, sihaidico, armeno, siriaco, arabo,
etiopico, persiano -, aveva in animo di offrire un modello a quegli uomini che
da poco più di un secolo avevano dato vita a quel movimento di rinnovamento
all’interno della Chiesa, che prese il nome di monachesimo. Piuttosto che una
regola giuridica Atanasio aveva preferito mostrare l’icona concreta di una
persona, offrendo un’immediata proposta di vita: una regola sotto forma di
racconto, come l’aveva definita Gregorio di Nazianzo. Bisognava infatti aiutare
ad ordinare un’esperienza - quella monastica appunto - a volte stava assumendo
forme ambigue se non bizzarre. Atanasio, con la sollecitudine del pastore,
pensò che per illustrare un ideale di vita niente fosse più utile che narrare
la storia del grande anacoreta da lui conosciuto personalmente e per il quale
nutriva una profonda ammirazione”.
Così oggi ho iniziato la mia lectio magistralis nell’Istituto Teologico Cosentino della Pontificia Facoltà Teologica Meridionale, dietro invito della professoressa Maria Intrieri. Il
mio intento era di mostrare come il cammino geografico che porta Antonio ad
inoltrarsi sempre più nel deserto è metafora di un ulteriore triplice cammino:
verso Dio, verso la piena umanizzazione, verso i fratelli, con l’intento di perseguire
l’unità dell’uomo con Dio, l’unità dell’uomo con se stesso, l’unità degli
uomini tra di loro. Un percorso fascinoso.
Continuano intanto gli esercizi spirituali nel quotidiano
sul tema del cenacolo. Oggi siamo entrati nel cenacolo dei giorni seguenti l’ascensione,
in attesa della discesa dello Spirito. Giorni vissuti nella preghiera
caratterizzata dalla perseveranza, dall’unanimità e dalla presenza di Maria,
che sa bene come si attende lo Spirito. Maria
è presente all’inizio della vita di Cristo: fu adombrata dallo Spirito
Santo, e così il Verbo si fece carne nel suo seno; lo Spirito Santo rende
possibile quello che all’uomo è impossibile. Ora ella è presente all’inizio della vita della Chiesa, quando ancora una
volta lo Spirito Santo trasformerà i 120 nel Corpo di Cristo.
In una maniera tutta sua, carismatica, Maria è presenza di
Gesù: aiuta i discepoli a riconoscersi fratelli, a vivere l’amore reciproco, a
rendere presente l’unità. Il cenacolo è il luogo dove la madre di Gesù esercita
la sua maternità ecclesiale. Da allora ella vive nella comunità dei credenti di
tutti i tempi, è presente come la madre di Gesù dovunque ci sono discepoli del
Signore, in ogni luogo dove donne e uomini si radunano per essere testimoni del
Risorto, divenendo la Madre della Chiesa.
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