Non
poteva esserci giornata migliore per salire sulla Sila: limpidissima e assolata.
Nonostante il clima mite i boschi innevati non si sono ancora svegliati dall’inverno.
Lasciati i primi paesi sulla Pre Sila vicino a Cosenza ci si inoltra su monti ammantati
di pini solcati da vallate d’alberi spogli, in uno scenario maestoso e silente.
Chissà come impervia doveva essere questa regione quando Gioacchino da Fiore vi
si inoltrò alla ricerca di un luogo completamente isolato per iniziare la sua
riforma monastica.
Non immaginavo
che San Giovanni in Fiore, dove sorge la chiesa e il monastero, fosse un centro
così grande. Assieme ad Acri è la cittadina più consistente sull’altipiano
della Sila. All’antico nucleo sorto attorno all’abazia si è sviluppata in
questi anni tutta una parte nuova.
Mi
fermo alla chiesa di santa Lucia per la messa. All’esterno una chiesa senza una
particolare personalità, di recente costruzione. All’interno accogliente,
bella, luminosissima, con mosaici e vetrate molto belli. Chiedo di concelebrare
ma il parroco è ben contento che celebri io. La chiesa si riempie di persone. Un
bel coro, accompagnato dall’organo, guida i canti. Non mi pare vero di
celebrare la messa di domenica con tanta gente. Sono un prete straniero,
capitato lì per caso, senza che nessuno se l’aspettasse, ma qualcosa
succede… e alla fine della messa, appena dico di andare in pace, scoppia improvviso
un applauso a scena aperta e in tanti si mettono in fila per salutarmi e
ringraziarmi. Basta così poco per fare contente le persone…
Ed
eccomi nell’antica chiesa di Gioacchino da Fiore, con i sottostanti ambienti
monastici e tutto il complesso murario liberato da poco dalle sovrastrutture
barocche e riportato all’austerità degli inizi.
Quanta
storia, quanta bellezza, quanta santità abbiamo sparse per ogni angolo d’Italia!
Il
direttore del Centro studi gioachimiti mi introduce nei locali del monastero ora
adibiti a biblioteca e luogo di convegni e mi illustra le pubblicazioni e le
attività e iniziative del Centro.
Torno carico di libri e di gioia.
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