giovedì 14 marzo 2019

L'incontro con il Risorto



Complesso di San Domenico a Cosenza
La città vecchia
Al termine di ogni incontro le persone vengono a ringraziarmi, e non sanno come esprimere la loro gioia. 
Non immaginano la mia gioia gratitudine e la mia gioia…

La bellezza della città, che continua a incantarmi, sembra comunque impallidire davanti alla bellezza della comunità cristiana.

Oggi ho parlato degli incontri con il Risorto nel cenacolo.
Dopo la resurrezione il Signore si mostra in molti luoghi: nel giardino a Maria di Magdala, per strada alle donne e ai due discepoli di Emmaus, più tardi sulla riva del lago a sette degli apostoli… Ma il luogo per eccellenza delle “apparizioni” è il cenacolo. In quel luogo egli incontra i suoi «mentre sono a tavola» (Mc 16, 14) e mangia con loro (cf. Lc 24, 43), quasi a rivivere e perpetuare la sua ultima cena. Egli “sta” in mezzo a loro (cf. Lc 24, 36), si lascia toccare (cf. Lc 24, 39).
Più che di “apparizioni” dovremmo parlare di “incontri”. Gesù “va incontro” alle donne (cf. Mt 28, 9), “si avvicina” ai due di Emmaus (cf. Lc 24, 14), “sta in mezzo” ai suoi (cf. Lc 24, 36), “viene e sta” in mezzo (cf. Gv 20, 19.21), “si manifesta” (cf. Gv 21, 1). I verbi del Risorto sono verbi di moto, di azione.

Agli esercizi nella chiesa di san Domenico
Galleria Nazionale di Cosenza
Naturalmente ho parlato dell’incontro con Tommaso, da cui scaturisce la più alta professione di fede e la più profonda esperienza con il Risorto: «Mio Signore, mio Dio». Sei il “mio” Signore, il “mio” Dio. Credere nel Risorto è lasciarlo entrare nella “mia” vita, riconoscere un rapporto che mi unisce totalmente a lui, in una appartenenza reciproca. Egli è “mio” perché io sono suo, mi ha acquistato a caro prezzo, con il suo stesso sangue, testimoniato dal segno dei chiodi e della lancia che non ha voluto cancellare perché sempre, per tutta l’eternità, vi leggessimo il suo amore infinito.


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