Complesso di San Domenico a Cosenza |
La città vecchia |
Al
termine di ogni incontro le persone vengono a ringraziarmi, e non sanno come
esprimere la loro gioia.
Non immaginano la mia gioia gratitudine e la mia gioia…
La bellezza
della città, che continua a incantarmi, sembra comunque impallidire davanti
alla bellezza della comunità cristiana.
Oggi ho
parlato degli incontri con il Risorto nel cenacolo.
Dopo la
resurrezione il Signore si mostra in molti luoghi: nel giardino a Maria di
Magdala, per strada alle donne e ai due discepoli di Emmaus, più tardi sulla
riva del lago a sette degli apostoli… Ma il luogo per eccellenza delle
“apparizioni” è il cenacolo. In quel luogo egli incontra i suoi «mentre sono a
tavola» (Mc 16, 14) e mangia con loro
(cf. Lc 24, 43), quasi a rivivere e
perpetuare la sua ultima cena. Egli “sta” in mezzo a loro (cf. Lc 24, 36), si lascia toccare (cf. Lc 24, 39).
Più che
di “apparizioni” dovremmo parlare di “incontri”. Gesù “va incontro” alle donne
(cf. Mt 28, 9), “si avvicina” ai due
di Emmaus (cf. Lc 24, 14), “sta in
mezzo” ai suoi (cf. Lc 24, 36),
“viene e sta” in mezzo (cf. Gv 20,
19.21), “si manifesta” (cf. Gv 21,
1). I verbi del Risorto sono verbi di moto, di azione.
Agli esercizi nella chiesa di san Domenico |
Galleria Nazionale di Cosenza |
Naturalmente
ho parlato dell’incontro con Tommaso, da cui scaturisce la più alta professione
di fede e la più profonda esperienza con il Risorto: «Mio Signore, mio Dio». Sei il “mio”
Signore, il “mio” Dio. Credere nel Risorto è lasciarlo entrare nella “mia”
vita, riconoscere un rapporto che mi unisce totalmente a lui, in una
appartenenza reciproca. Egli è “mio” perché io sono suo, mi ha acquistato a
caro prezzo, con il suo stesso sangue, testimoniato dal segno dei chiodi e
della lancia che non ha voluto cancellare perché sempre, per tutta l’eternità,
vi leggessimo il suo amore infinito.
Nessun commento:
Posta un commento