Ai novizi
e novizie, parlando della “spiritualità dei cristiani comuni” (cioè di tutti
voi!), dopo aver indicato le prime due fonti della vita cristiana, assemblea
liturgica e preghiera: https://fabiociardi.blogspot.com/2019/03/la-spiritualita-dei-cristiani-comuni-1.html
ho
ricordato che la Parola di Dio era anima e guida del loro cammino.
Uno dei momenti centrali dell’assemblea domenicale
è costituito dall’ascolto comunitario della Parola di Dio. All’interno dell’assemblea
liturgica viene trasmessa la novità dell’Evangelo, in modo dell’intera vita
cristiana. Ed è proprio la Parola di Dio che gradatamente getta luce sull’intero
ambito del vissuto sociale: la famiglia, il lavoro, la cultura, la politica…
La vita dei fedeli vuole essere soltanto “vita
evangelica”; una vita guidata e informata dalla Parola di Dio. Annuncio del
kerigma, catechesi, catecumenato, liturgia... tutto, nella Chiesa dei primi
secoli, ruota attorno alla Parola, che andava annunciata, spiegata, pregata,
vissuta...
Se il primo apprendimento della Parola di Dio
avviene in ambito liturgico e catechetico, esso continua poi in famiglia. San
Giovanni Crisostomo rivendica per tutti i laici il diritto e il dovere del
contatto costante con la Scrittura. Parlando al suo popolo così si esprime:
«Alcuni di voi dicono: “Io non sono un monaco” (...). Ma è qui che vi
sbagliate, perché credete che la Scrittura riguarda solo i monaci, mentre essa
è ancor più necessaria a voi fedeli che siete in mezzo al mondo».
Per questo esorta i padri di famiglia: «Quando ritornate a casa dovreste
prendere la Scrittura e con vostra moglie, coi vostri figli rileggere e
ripetere insieme la parola ascoltata [in chiesa]»[.
«Ritornate a casa – dice ancora rivolgendosi sempre ai padri di famiglia – e
preparate due tavole, una coi piatti del cibo, l’altra coi piatti della
Scrittura; il marito ripete ciò che è stato letto in chiesa... Fate della
vostra casa una chiesa».
Ben presto nascono dei veri e propri centri
culturali di formazione, nei quali alcuni cristiani più istruiti si mettono a
servizio di quanti vogliono approfondire la propria fede. In un primo momento
non sono ancora centri istituzionalizzati: per lo più si tratta soltanto di
scuole che si tengono all’aperto, costituite da un maestro e da una cerchia di
discepoli. Più tardi, nel III secolo, ad Alessandria nasce la prima sede
scientifica di studi esegetici e teologici, poi seguita da altre scuole, come
quella di Cesarea in Palestina, di Antiochia e di Edessa in Siria. Sia le
scuole di catechesi come i centri di studi basano il loro insegnamento sulla
spiegazione della sacra Scrittura.
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