giovedì 7 marzo 2019

La spiritualità dei cristiani comuni / 2 - La Parola di Dio



Ai novizi e novizie, parlando della “spiritualità dei cristiani comuni” (cioè di tutti voi!), dopo aver indicato le prime due fonti della vita cristiana, assemblea liturgica e preghiera: https://fabiociardi.blogspot.com/2019/03/la-spiritualita-dei-cristiani-comuni-1.html
ho ricordato che la Parola di Dio era anima e guida del loro cammino.

Uno dei momenti centrali dell’assemblea domenicale è costituito dall’ascolto comunitario della Parola di Dio. All’interno dell’assemblea liturgica viene trasmessa la novità dell’Evangelo, in modo dell’intera vita cristiana. Ed è proprio la Parola di Dio che gradatamente getta luce sull’intero ambito del vissuto sociale: la famiglia, il lavoro, la cultura, la politica…
La vita dei fedeli vuole essere soltanto “vita evangelica”; una vita guidata e informata dalla Parola di Dio. Annuncio del kerigma, catechesi, catecumenato, liturgia... tutto, nella Chiesa dei primi secoli, ruota attorno alla Parola, che andava annunciata, spiegata, pregata, vissuta...
Se il primo apprendimento della Parola di Dio avviene in ambito liturgico e catechetico, esso continua poi in famiglia. San Giovanni Crisostomo rivendica per tutti i laici il diritto e il dovere del contatto costante con la Scrittura. Parlando al suo popolo così si esprime: «Alcuni di voi dicono: “Io non sono un monaco” (...). Ma è qui che vi sbagliate, perché credete che la Scrittura riguarda solo i monaci, mentre essa è ancor più necessaria a voi fedeli che siete in mezzo al mondo». Per questo esorta i padri di famiglia: «Quando ritornate a casa dovreste prendere la Scrittura e con vostra moglie, coi vostri figli rileggere e ripetere insieme la parola ascoltata [in chiesa]»[. «Ritornate a casa – dice ancora rivolgendosi sempre ai padri di famiglia – e preparate due tavole, una coi piatti del cibo, l’altra coi piatti della Scrittura; il marito ripete ciò che è stato letto in chiesa... Fate della vostra casa una chiesa».
Ben presto nascono dei veri e propri centri culturali di formazione, nei quali alcuni cristiani più istruiti si mettono a servizio di quanti vogliono approfondire la propria fede. In un primo momento non sono ancora centri istituzionalizzati: per lo più si tratta soltanto di scuole che si tengono all’aperto, costituite da un maestro e da una cerchia di discepoli. Più tardi, nel III secolo, ad Alessandria nasce la prima sede scientifica di studi esegetici e teologici, poi seguita da altre scuole, come quella di Cesarea in Palestina, di Antiochia e di Edessa in Siria. Sia le scuole di catechesi come i centri di studi basano il loro insegnamento sulla spiegazione della sacra Scrittura.

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