Perché, nel nostro seminario con gli Indù, siamo partiti dalla
mistica? Perché partire dalle differenze per arrivare all’Uno è quasi
impossibile. Occorre collocarsi immediatamente in Dio, nell’Uno, dal quale discendono
le differenze, comprensibili. Nell’Uno siamo già uno.
Sono stati giorni d’incanto, di contemplazione. Il Vangelo
di oggi, con il cantico di Maria, è il migliore ringraziamento: “L’anima mia
magnifica il Signore… grandi cose ha fatto in me l’Onnipotente”. Chissà dove ci
porteranno esperienze così forti e profonde…
Terminato l’incontro mi sono immerso nella natura, la poca
rimasta tra i grattacieli e gli slam dell’immensa caotica, rumorosa, frenetica,
inquinatissima città.
È un bosco a pochi passi da dove abito. Non è facile
camminarvi perché non vi sono sentieri (qua non si usa passeggiare…) e la strada
che l’attraversa è trafficata e pericolosa, senza marciapiede. Basta però un
momento di assenza di traffico e sembra di essere in un giardino incantato. Il
territorio è disseminato di fattorie per l’allevamento intensivo di mucche da
latte (la loro uccisione come il consumo delle loro carni è un reato).
Un tocco di quello che doveva essere la natura di questo
paese prima dell’avvento dell’industrializzazione. Ci saranno i cieli nuovi e
la terra nuova… Quanto abbiamo
contemplato nel seminario sulla mistica del Paradiso trasfigurerà anche questo
bosco, questa città…
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