In
quei giorni venne Giovanni il Battista e predicava nel deserto della Giudea dicendo:
«Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino!». (Mt 3, 1-12)
Terribili, dure le parole di Giovanni. Fanno paura. Inutile
annacquarle, addolcirle.
Anche Gesù hai iniziato il suo ministero con lo stesso
messaggio: «Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino». Eppure sulle sue
labbra le medesime parole hanno un altro suono, sono cariche di speranza, di
misericordia e l’attesa è piena di promessa.
Quelle del Battista sono taglienti, fanno male. Anche di
queste abbiamo bisogno. Ci mettono con crudezza davanti alla verità di un a tu
per tu con Dio che svela impietosamente tutta la nostra povertà, il nostro
nulla.
Il tempo è breve, ci ricorda, la fine alle porte, l’ora del
rendiconto immediata; la cosa è seria. Possiamo presentarci a Dio a mani vuote?
Come un albero sterile, senza frutto?
Giovanni ama la sua gente, la scuote, le fa prendere
coscienza che l’incontro con il Dio che viene è imminente e decisivo. Se si
arriva impreparati si rischia di venire gettati nel fuoco.
Le sue parole valgono anche per noi: ci desta dal torpore
di una vita abitudinaria che rischia di dimenticarsi della sola cosa
necessaria, di adagiarsi nella mediocrità, senza più l’attenzione a cesellare
ogni attimo presente, senza lo slancio nel compiere la volontà del Padre per
essere perfetti come lui nell’amore.
Anche a noi rivolge l’invito deciso e forte: confessare i
peccati e convertirsi!
Confessare i peccati, prima di tutto: riconoscere con
semplicità e verità la nostra condizione di povertà, non per lasciarci
scoraggiare, ma per annegare ogni nostra miseria nella misericordia di Dio,
come la gente di allora annegava i propri peccati nelle acque del Giordano.
Ma non basta pentirci, dicevano gli antichi, bisogna
“emendarsi”, cambiare. Convertirsi, dunque: dimostrare con i fatti che vogliamo
cambiare vita.
Conversione, proprio nel senso comune del termine: cambiare
direzione, andare da un’altra parte. Abbiamo preso la strada sbagliata e ci
siamo persi, ora dobbiamo svoltare e prendere la via giusta, quella che Gesù ci
indica con il suo Vangelo, quella che ci porta dritti tra le sue braccia.
Nessun commento:
Posta un commento