Sulla sommità del monte artificiale l'Herodion, il palazzo-fortezza di Erode il Grande dove fu decapitato Giovanni Battista |
«Sei tu colui
che deve venire o dobbiamo aspettare un altro?» (Mt 11, 2-11)
Giovanni
il Battista, il più grande fra tutti gli uomini! Ha vissuto per il Messia, lo ha
atteso, lo ha sperato e infine l’ha riconosciuto. L’ha proclamato “Agnello di
Dio”, ha capito che avrebbe portato su di te i peccati nostri e quelli di tutto
il mondo. Lo ha additato, ha indirizzato a lui i suoi discepoli, si è messo da
parte per lasciargli tutto il posto.
Lui che
incantava le folle, lui a cui accorrevano tutti, gente semplice, studiosi, soldati,
ora è nella solitudine, nel silenzio, nell’oscurità di un sotterraneo,
prigioniero nell’Herodion, il palazzo-fortezza che il re Erode il Grande ha
fatto costruire ai confini del deserto di Giuda. Sa che Gesù ha preso il suo
posto. La gente ora va da Gesù, come prima andava da lui. Era quello che lui
aveva voluto. Ma quanto è diverso il comportamento del Messia da come egli se lo era immaginato. Lo
pensava intento a giudicare con severità, a dividere il grano dalla paglia, a
incenerire i peccatori come si brucia la paglia.
Gesù
invece non si comporta come lui. Il Battista viveva nel deserto, in maniera
austera. Gesù invece sta con poveri e prostitute, peccatori e pubblicani, mangia
alla loro tavola, va alle feste di nozze, lo dicono “magione e beone”. È mite e
umile di cuore, non spegne la lucerna fumigante e non spezza la canna
incrinata. Va incontro a tutti perché non è venuto a condannare ma a salvare
ciò che era perduto.
Nel
Battista sorge il dubbio: “Sei proprio tu colui che deve venire o dobbiamo aspettare
un altro?”. È la sua
notte oscura.
Ognuno
di noi, in base a quanto ci hanno insegnato o all’esperienza vissuta, immagina Dio
in un certo modo, si fa una sua idea di lui, si aspetta che egli si comporti in
una determinata maniera. Dio invece è sempre imprevedibile e prima o poi si
presenta a noi con modalità inaspettate. Quante volte, ad esempio, sentiamo
dire o verrebbe da dire anche a noi: “Se io fossi Dio farei, direi…”. Dovrebbe comportarsi
come pensiamo noi, nella nostra vita dovrebbe presentarsi come a noi sembrerebbe
meglio… Lo vorremmo diverso, secondo i nostri gusti. Com’è difficile riconoscerlo
quando arriva in modi che noi non ci aspettiamo: “Sei proprio tu? Oppure
dobbiamo aspettare un altro? Dobbiamo cercare altrove?”.
Anche a
noi Gesù ripete: “Beato colui che non trova in me motivo di scandalo!”. Beato chi lo sa
accogliere così come è, così come si presenta, anche nelle prove della vita,
nei dolori, nelle contrarietà. Beato chi lo riconosce nei misteriosi disegni
del suo amore infinito, anche quando a noi sembrano assurdi, incomprensibili.
Questi è il vero “piccolo” del regno dei cieli.
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