«Era il
novembre 1973. Durante una lezione in cui si trattava delle equazioni di
Maxwell e della teoria del campo elettro-magnetico, a un certo punto la mia
mente si è staccata dalla lezione e, tutto a un tratto, dentro di me ho
avvertito, senza ascoltarla con i sensi fisici, la domanda: “Paul, chi sei?”.
Sperimentai in un lampo che l’infinito che cercavo nell’universo della
relatività e l’infinitesimo delle particelle che tentavo di capire e
raggiungere attraverso le equazioni della meccanica quantistica, proprio quell’infinito,
era prima di tutto dentro di me. In un “flash”, come un fulmine, ho
sperimentato che tutto l’universo, le stelle, le galassie, gli atomi e io
eravamo uno».
Così Paul
O’Hara, ordinario di ontologia e razionalità scientifica e direttore della
cattedra Piero Pasolini, ha iniziato la prolusione con cui si è inaugurato l’anno
accademico dell’Istituto Universitario Sophia.
Una
mattinata di gioia e di luce, con gli studenti che cantano l’inno, i saluti, la
relazione del Preside… Al nono anno di vita il giovane istituto universitario appare
già maturo e si apre a sempre nuove iniziative, in una crescita costate e
creativa.
Sophia,
in un certo senso, è il frutto della Scuola Abbà. Il primo corpo professorale è
uscito dalle sue file e anche adesso tre membri ne fanno parte.
Due
entità distinte e autonome, con statuti propri e missioni differenti. Eppure
unite dal medesimo ethos, chiamate a lavorare sempre più insieme per creare una
cultura dell’unità.
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