Passo
davanti all’ambasciata di un grande stato. Una macchina di grossa cilindrata,
con targa diplomatica, è parcheggiata in mezzo alla corsia. Accanto, sulla
destra, c’è il posto per il parcheggio libero, riservato apposta per l'amnasciata, ma forse l’autista non ce n’è accorto,
o forse è più comodo o fa più ostentazione lasciare la macchina in mezzo alla
strada. Le auto che transitano in quella direzione devono attraversare la
doppia linea ed invadere la corsia opposta.
Il
luogo pullula di carabinieri e agenti dei più vari corpi. Mi avvicino a un
gruppo di loro e chiedo: “Ma una macchina può parcheggiare in quel modo in
mezzo alla strada?”. “Non vede che ha una targa diplomatica? Loro posso fare
quello che vogliono”. “No, non possono fare quello che cogliono”. Mi pare che
neanche il Padreterno possa fare quello che vuole, il male non può farlo
(semplicemente perché non lo vuole!), quindi neanche lui può parcheggiare nel
mezzo di strada. Poi i militari aggiungono: “Non si può neanche multarli”. “Non
è vero, ribatto, si possono multare, anche se la riscossione della multa deve
passare attraverso il Ministero degli esteri”.
A
questo punto uno di loro allarga le braccia, lasciando la mitraglietta che gli pende dalla spalla, e pronuncia una delle frasi più emblematiche,
ad effetto, esplicativa di ogni problema: “Siamo in Italia!”, e tutto intorno i commilitoni
in coro: “Siamo in Italia”. Non mi rimane che sorridere con loro, che altro fare
davanti all’evidenza?
Proseguo
e, in una lucente ottobrata romana, mi ritrovo in piazza san
Bernardo, tra la chiesa di santa Susanna, la rotonda di san Bernardo, la
fontana dell’Acqua Felice. Che spettacolo! E gratis!
Entro
nella Chiesa della Madonna delle Vittorie, anch’essa prospiciente la piazza, ed
ecco uno dei capolavori del Bernini, l’estasi di santa Teresa. Che spettacolo! E
gratis!
Sì,
siamo in Italia!!!
Nessun commento:
Posta un commento