Non gli sembrava una tecnologia adatta per lui, avrebbe
potuto distrarlo e portarlo fuori dal suo deserto. Ma da quando i nipoti, dopo
tanto insistere, gli avevano caricato WhatsApp sul cellulare s’era accorto che
poteva essere uno strumento utile per tenere viva la comunione. Non disdegnava,
di tanto in tanto, di usarlo per rendersi presente là dove riteneva più utile.
Quella mattina, dopo aver inviato uno dei soliti
brevissimi e veloci messaggi, si chiese, sorridendo: “E se dovessi inviare un messaggio via WhatsApp
a Dio, che gli scriverei?”. Non era poi una domanda tanto peregrina: da secoli,
senza tante tecnologie, i messaggi volevano celeri verso il cielo; li
chiamavano giaculatorie, lampi di luce e palpiti d’amore, dolci, appassionati e
intensi come un bacio.
Gli bastò chiudere un attimo gli occhi e il messaggio
partì immediato, senza neppure dover digitare una parola, senza neppure
formulare una parola… e la risposta arrivò più veloce della luce.
Questo “detto” di apa Pafnunzio è chiaramente un apocrifo. L’ho trascritto lo stesso.
il cielo... Il cielo, attento ad ogni vibrazione del cuore, ad ogni lacrima che esce dall'anima e che rivela, e lui lo sa, l'inconsistenza della realtà terrena, l'impossibilità di far quadrare il cerchio, il grido del buffone di corte che annuncia che la città sta bruciando ma nessuno gli crede, la trappola del sentimentalismo dominante, la dittatura delle sensazioni, sempre sull'orlo del baratro, sempre, sempre, ché a distrarsi si fa torto alla verità. Ottimismo o illusionismo? Pessimismo o realismo? L'amore per essenza e per necessità è e resta abbandonato. Il volerlo consolare è pio desiderio, seppur necessario a fare qualcosa di significativo. E forse basta saperlo che il cielo registra tutto, ogni vibrazione interiore di voglia di giustizia bastonata, di vita spezzata e di tenerezza negata. Basta saperlo per poter andare avanti e tendere là dove tutto questo si trasformerà in nuovo cielo, dove tutto sarà svelato e chi ti aveva giudicato male quaggiù per qualcosa che non gli quadrava verserà lacrime di riconoscenza e di magnificat, perché sei stato così come sei e canterà con te la misericordia e la provvidenza del Padre. La sapienza di Pafnunzio oggi si spiega e si dispiega nell'ombra del silenzio operoso dei semplici e continua così a fare scuola a quegli uomini.
RispondiEliminaChe bellezza in queste parole, grazie! Uno ha il fiato corto, legge ste robe, e..., grazie! e grazie alla trascrizione di apa Pafnunzio by Fabio C.!
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