22 ottobre, festa di san Giovanni Paolo II,
un papa che ha amato e più volte incontrato gli Oblati. Molte le parole e i
messaggi rivolti ad essi. Un piccolissimo saggio:
5 dicembre 1980: Voi siete missionari
del Signore e oblati della Madonna; nel nome di Cristo Gesù e della santissima
Vergine vi dedicate all’opera di evangelizzazione tra quanti ancora non
conoscono Cristo, come pure a far radicare sempre più tra varie popolazioni l’adesione
aperta e generosa al Vangelo. Ciò comporta l’impegno di essere sempre più e
sempre meglio anime sacerdotali e religiose in una vita dedita al generoso
esercizio della giustizia, dell’amore e della pace tra gli uomini,
privilegiando gli umili, i poveri, i sofferenti.
Tutto
questo suppone intensa preghiera e profonda vita interiore per cui è
possibile continuare, pur nelle occupazioni dell’apostolato, il colloquio col
Padre celeste.
2 ottobre 1986: Da centosessanta anni,
gli Oblati di Maria Immacolata hanno scritto, per la loro parte, un capitolo
meraviglioso della storia missionaria della Chiesa contemporanea, dal
Grande Nord all’equatore. Figli di Eugenio de Mazenod il cui zelo per l’annuncio
del Vangelo è stato paragonato al vento maestrale, eredi di una stirpe quasi
due volte secolare di Oblati appassionati di Gesù Cristo, lasciatevi, più
che mai, attirare dalle folle immense e povere delle regioni del terzo mondo,
come da questo quarto mondo occidentale che ristagna nella miseria e spesso
nell’ignoranza di Dio.
3 dicembre 1995: Per sant’Eugenio de
Mazenod annunciare Cristo significò
diventare in pieno l’uomo apostolico di cui ogni epoca ha bisogno, dotato
di quel fervore e di quello zelo missionario che a poco a poco lo
configurano al Cristo risorto.
24 settembre 1998: Come sapete, l’annuncio
del Vangelo presuppone che si attingano forza, coraggio e speranza nella
vita di preghiera, soprattutto nell’orazione. La disciplina quotidiana,
l’oblazione di sé a Dio e la vita comunitaria sono testimonianze autentiche di
una carità intensa e la forma principale di annuncio del Vangelo. Sono un
modo di imitare Cristo, consentendo di dire: “Venite e vedrete” (Gv 1, 39), e
di aprire il cuore degli uomini affinché accolgano la parola di Dio con
benevolenza.
In effetti, per l’amore
che nutriranno gli uni per gli altri i fedeli del Signore saranno riconosciuti
dai loro contemporanei e mostreranno il volto del Risorto (cfr 1 Gv 4, 11). Nel
mondo attuale, più che mai, il sacerdote e il religioso devono vivere in
intimità con il loro maestro, sforzarsi di diventare santi come
esige la vostra regola, per essere disponibili alle intuizioni dello Spirito
Santo e per rispondere meglio agli appelli del mondo.
27 settembre 2004: Rinnovata
unione fraterna… scelte chiare in base alle priorità della vostra missione.
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