Il sicomoro di Gerico |
Zaccheo salì su un sicomoro,
perché Gesù doveva passare di là.
La simpatia va subito a quell’ometto piccolo di statura, furbo, sempre
di corsa, intraprendente, determinato, libero dai condizionamenti sociali, da
ciò che pensa e dice la gente.
Oggi un solo pensiero lo guida: il desiderio di vedere Gesù. È
mosso dall’inquietudine, dal disagio interiore. Ha i soldi e si sente vuoto,
non gli bastano a colmare il cuore, anzi lo inaridiscono. È insoddisfatto, ma
non rassegnato.
Ed eccolo sull’albero. È curiosità la sua o una segreta ricerca
di felicità, il desiderio sincero di un incontro che cambi la vita? È comunque
un’iniziativa premiata: trova la gioia, la forza della conversione, della
generosità e del dono, la salvezza. Non si ripiega sui propri sbagli: è libero
perché liberato.
Quanti troverebbero la felicità e la pienezza della vita se si
mettessero alla ricerca del volto di Dio, se si accendesse in essi il desiderio
di lui, se andassero oltre le convenienze sociali, se vincessero i pregiudizi
dei luoghi comuni su di lui, sulla Chiesa e avessero il coraggio di lasciarsi
interpellare dal vangelo...!
Anche per noi Zaccheo resta un modello. La ricerca di Dio può affievolirsi,
nell’illusione di averlo trovato, di conoscerlo già, Lui sempre nuovo,
imprevedibile, inafferrabile. L’assuefazione alla sua presenza (vuol dire che
non siamo più presenti a Lui. Come
ci si potrebbe assuefare se vivessimo davvero di Lui?) può
smorzare la gioia, lasciarci illanguidire, insabbiare il cambiamento di vita e
renderci statici, inoperosi.
Ma la nostra simpatia va soprattutto a Gesù, che sa suscitare
l’insoddisfazione e il desiderio della ricerca. A lui che per primo si muove
per trovare ciò che è perduto. A lui che ha alzato lo sguardo e ha rinvenuto la
pecorella smarrita e non l’ha rimproverata; che ha accolto il figlio prodigo
senza rinfacciargli il male fatto e senza chiedergli di restituire il maltolto.
A lui che hai onorato il peccatore con la tua visita.
Forse non sappiamo suscitare la salvezza attorno a noi perché all’altro
abbiamo sempre tante cose da dare, da dire: siamo ricchi.
Gesù invece ha chiesto a Zaccheo, facendosi bisognoso
d’accoglienza: era povero. Così l’ha messo nell’occasione di donare e il cuore
è scoppiato di generosità e di gioia.
Nessun commento:
Posta un commento