Urna cineraria di un Oblato, deposta nella chiesetta della foto accanto, tra i boschi di Notre-Dame de Lumières |
Il documento, breve e chiaro, conferma quando già stabilito
dal Codice di Diritto canonico e dal Catechismo della Chiesa Cattolica: “La Chiesa permette la cremazione, se tale scelta non
mette in questione la fede nella risurrezione dei corpi” (n. 2301).
Quello che conta, prima di tutto e
soprattutto, è questa fede, che professiamo ogni domenica nel Credo: «Credo la
resurrezione della carne»; risorgeremo, perché Gesù è risorto. I
cristiani hanno una visione tutta positiva della morte, come la Chiesa insegna
a pregare: «Ai tuoi fedeli, Signore, la vita non è tolta, ma trasformata; e mentre
si distrugge la dimora di questo esilio terreno, viene preparata un’abitazione eterna
nel cielo».
Dopo la fede, la prassi, spesso segnata dalla cultura. Il
documento riafferma in proposito l’antichissima tradizione cristiana, secondo
la quale i corpi dei defunti vengono seppelliti nel cimitero o in altro luogo
sacro come segno più idoneo per esprimere la fede e la speranza nella risurrezione
corporale, la pietà e il rispetto dovuti ai morti.
Motiva questa scelta secolare come maggiormente atta a
favorire «il ricordo e la preghiera per i defunti da parte dei familiari e di tutta
la comunità cristiana, nonché la venerazione dei martiri e dei santi»,
opponendosi «alla tendenza a occultare o privatizzare l’evento della morte e il
significato che esso ha per i cristiani».
Una volta assicurata la dichiarazione di fede e aver
ricordato la tradizione, il documento lascia liberi di scegliere la cremazione.
Ad una condizione – ed è questo il punto centrale della “Istruzione”; che
l’incenerimento non sia espressione di una visione non cristiana della morte.
Ecco in concreto le concezioni errate della morte che vengono contestate: che
essa sia considerata come «l’annullamento definitivo della persona, come il momento
della sua fusione con la Madre natura o con l’universo, come una tappa nel processo
della re–incarnazione, come la liberazione definitiva della “prigione” del corpo».
Ciò che non è cristiano non è la cremazione in sé, ma queste errate visioni
della vita e della morte, che possono stare dietro tale scelta.
Ultimo argomento della “Istruzione” riguarda l’uso delle
ceneri. «Per evitare ogni tipo di equivoco panteista, naturalista o nichilista
– si legge –, non sia permessa la dispersione delle ceneri nell’aria, in terra o
in acqua o in altro modo oppure la conversione delle ceneri cremate in ricordi commemorativi,
in pezzi di gioielleria o in altri oggetti». Anche in questo caso non è tanto
il fatto in sé a creare problema, quando la mentalità che tale gesto può
esprimere, il panteismo, appunto, il naturalismo, il nichilismo.
Un documento asciutto, quello della Congregazione per la
Dottrina delle fede, che può aiutare a riflettere sul senso della vita e della
morte e sul rapporto di comunione che tiene uniti vivi e morti.
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