XI Stazione: Gesù è inchiodato in
croce
“Quando avrete innalzato il Figlio
dell’uomo, allora saprete che Io sono” (Gv 8, 28).
A Mosè, sul monte Sinai, Dio si
rivelò come “Io sono”.
Soltanto Dio veramente è e può dire
in tutta verità: “Io sono”. Nessuno “è” come lui “è”.
Gesù, al culmine della sua umiliazione,
quando, inchiodato sulla croce come un malfattore e un maledetto da Dio (perché
la Scrittura dichiara maledetto chi è appeso al legno: Deut 21, 22-23), sembra
ormai una nullità, mostra il suo vero essere: “Io sono”.
Muore per amore e svela il vero
volto di Dio: Amore. È questa l’identità di Gesù, il suo vero essere.
Il virus ci inchioda nelle case,
negli ospedali, ci innalza sulla croce, ci umilia, riduce al nulla la nostra
potenza e prepotenza. Che sia un appello a trovare il nostro vero io? La realtà
più profonda del nostro essere: l’amore?
“Quando sarò innalzato da terra,
attirerò tutti a me” (Gv 12, 32).
Proprio perché tu “sei” e sei “Amore”,
innalzato in cielo – perché la tua crocifissione è la tua gloria – apri il
cielo per noi, come lo apri per il buon ladrone, e ci porti con te.
Ci sollevi dal nostro niente, ci
attiri a te, alla vita divina, tutti insieme, fatti una famiglia con te, con il
Padre, con la Madre che ci dai dalla croce.
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