Le sette parole di Gesù in
croce. Qualcuno ha contato i silenzi? Sono più delle parole dette. A cominciare
dai processi. Il ritornello è sempre lo stesso: “Gesù taceva”.
Taceva davanti al sinedrio,
davanti a Erode, davanti a Pilato, al punto che Erode gli mostrò il suo disprezzo
e lo prese per pazzo e Pilato si mostrò molto meravigliato, irritato e a disagio:
“Non dici nulla?”.
Taceva quando le guardie
del tempio gli sputavano in faccia, gli davano schiaffi, lo deridevano: “Indovina
chi ti ha percosso”.
Taceva quando i soldati romani
lo schernivano, gli sputavano addosso, lo insultavano.
Taceva quando sotto la croce
tutti si sentivano in diritto di interpellarlo: “Se sei il figlio di Dio…”.
Si è lasciato crocifiggere
senza una parola di condanna contro i suoi uccisori, in silenzio, come il Servo
messianico del Signore celebrato da Isaia: «Maltrattato, si lasciò umiliare e non
aprì la sua bocca; era come un agnello condotto al macello, come pecora muta di
fronte ai suoi tosatori; e non aprì la bocca» (53, 7).
Anche il Padre rimane in silenzio.
In uno dei suoi Canti ultimi
(1991), David M. Turoldo, rivolgendosi al lui, gli dice: «No, credere a Pasqua non
è giusta fede: troppo bello, sei a Pasqua! Fede vera è al venerdì santo quando Tu
non c’eri lassù! Quando non una eco risponde al suo alto grido e a stento il Nulla
dà forma alla tua assenza».
Il Padre parla, dice il Verbo,
e il Verbo è la sua Parola. È questo che fa di Dio il Padre e il Figlio. Ora tacciono,
entrambi. Fanno propria la nostra afonia.
Quando una pietra chiuse il
sepolcro nel quale Gesù era stato deposto, il silenzio si fece assoluto.
È il mistero del sabato santo.
È il mistero di Maria che,
per tutta la Passione, è rimasta in silenzio, a condividere i silenzi e i segreti
del figlio.
Come scrive Mario Luzzi in
una delle sue prime poesie nel 1935:
“La Madonna dagli occhi trasparenti
Scende adagio incontro ai
morenti,
raccoglie il cumulo della
vita, i dolori
le voglie segrete da anni
sulla faccia inumidita”.
In questi giorni il silenzio
irreale delle nostre strade e delle nostre città a volte ci fa paura. Gesù lo ha
condiviso, appieno.
È il silenzio del sabato santo,
che sta germinando la Pasqua di Resurrezione.
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