Il nostro viaggio quaresimale dietro a Gesù è ormai in
salita, verso il Golgota. Siamo partiti con tanto entusiasmo, ma a un certo
momento il cammino si fa difficile.
Quanta fatica, tutto sembra andare storto, e soprattutto quanti
fallimenti... A volte abbiamo l’impressione di essere andati fuori strada, di
avere preso una sbandata, di avere sbagliato tutto.
La tentazione è quella di arrendersi. Arriva lo
scoraggiamento. È inutile andare avanti. Non cambierò mai. Era tutta un’illusione.
Ricordo l’impressione che mi fece la prima volta che adoperai
il navigatore satellitare. Ero a San Paolo in Brasile con strade a molte
corsie, percorse da migliaia di macchine a gran velocità. Non sempre era
possibile seguire le indicazioni che venivano fornite dal GPS. Eppure lo
strumento rimaneva impassibile e calmo calmo annunciava: “Ricalcoliamo” e
offriva un’alternativa per ritrovare la via giusta.
Mi venne spontaneo pensare all’amore di Dio, che non si adira
mai quando sbagliamo strada e con voce calma ci dice: “Ricalcoliamo” e ci dà la
possibilità di ricominciare.
Anche il viaggio di nostro Signore, proprio all’ultimo,
sembrò terminare in un fallimento. È come se egli avesse voluto seguirci fuori
strada, per esserci accanto anche nei momenti più bui e deviati.
Nella sua famosa parabola, se una pecora del gregge ha
perduto il sentiero e s’è smarrita, il pastore non l’abbandona, ma va da lei
nel luogo in cui s’è perduta… Con la sua presenza il vuoto si colma, il buio si
illumina, la solitudine si popola.
“Non abbandonate dunque la vostra
fiducia, alla quale è riservata una grande ricompensa – ammonisce la Lettera agli Ebrei –. Avete solo bisogno
di costanza…” (10, 36).
Una volta smarrita la strada… si ricomincia!
Si può sempre ripartire. Ricominciare è il segreto per la
riuscita del viaggio.
«Chi mette mano all’aratro e poi si volge indietro…»
ammonisce il Signore (Luca 9, 62). È il tempo della fedeltà, memoria dell’amore
e garanzia del suo futuro.
E si procede passo dopo passo, a ritmo costante, giorno per
giorno. Gesù ci insegna a chiedere il cibo solo per l’oggi: «Dacci oggi il
nostro pane quotidiano». Domani chiederemo il cibo per domani. «Non affannatevi
dunque per il domani, perché il domani avrà già le sue inquietudini. A ciascun
giorno basta la sua pena» (Matteo 6,
11.24). Nel cammino del deserto il popolo d’Israele raccoglieva la manna giorno
per giorno, quella del giorno prima, anche se conservata con cura, era
immangiabile: un invito a vivere il presente, nella fiducia che Dio provvede
giorno per giorno.
Avanti, senza scoraggiarsi, anche quando la meta sembra non
arrivare mai. La sorpresa sarà che, sul più bello, la meta ci verrà incontro!
“Ancora un poco, un poco appena – continua la Lettera agli Ebrei – e colui che deve venire, verrà e non tarderà”
(10, 37).
Sì, perché mentre noi andiamo verso di lui, lui viene verso
di noi, ci viene incontro, ci facilita il cammino. Ce lo troveremo davanti,
all’improvviso. “Già arrivati?”, diremo. “Sì, sono già arrivato”.
“Vieni, Signore Gesù”.
“Sì, vengo presto”.
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