La mia ultima foto con p. Ermanno |
Il Risorto gli è andato incontro ieri sera,
come alle donne nel giorno di Pasqua, e se l’è portato con sé in Paradiso. Fra
poco avrebbe compiuto 96 anni.
Mi ha lasciato il suo diario e la sua storia,
scritta al compimento dei suoi ottanta anni.
L’ultima parte del suo diario, almeno quello
che ho con me (che termina il 13 gennaio 2008), inizia con la sua venuta nella
comunità della Minerva a Roma: “5 giugno 2007. Ora, eccomi alla Minerva, nella
mia celletta al terzo piano, piccola ma accogliente, con bagno e condizionatore
d’aria! Desidero solo fare la volontà
del Padre, dargli gloria e gioia. Devo star attento ad aver l’anima nel silenzio,
per percepire la Voce
dello Spirito. Ho chiesto a Gesù Eucaristia e a Maria di darmi la grazia di
convivere con loro come a Perugia, dove avevo la cappella davanti alla camera.
Quale accoglienza ogni giorno!”.
La sua storia inizia con il racconto della
giovinezza. Riporto soltanto qualche passaggio:
“Sono partito da casa ad undici anni e mezzo,
per andare nel piccolo seminario (Collegio) di Gubbio, retto dalle Missionarie
della Scuola; volevo, infatti, diventare domenicano.
Dopo l’entrata in noviziato a Pistoia, nel
1940 – avevo allora 16 anni e mezzo – la mia mente si è aperta all’improvviso. Fu
come se mi fosse stato donato un supplemento d’intelligenza.
Sono venuti, poi, i momenti difficili della
guerra: gli studi fatti sotto le bombe a Bibbiena (Arezzo) nel Casentino, con
strumenti intellettuali di una povertà disarmante.
Studiavamo con passione: i nostri colloqui
intellettuali continuavano oltre le ore di lezione - in pratica tutto il giorno
- ai bordi dei campi di grano, che non di rado abbiamo mietuto assieme ai
contadini. Vivevamo con una parte degli abitanti di Bibbiena, sfollati
nell’ambito del Monastero a causa della guerra; con loro abbiamo condiviso
gomito a gomito le vicende del primo fronte.
Ci sono stati, poi, i momenti difficili del
dopo guerra trascorsi, per vari anni, in famiglia. Vi fui chiamato per aiutare
nella gestione dell’azienda familiare mio padre, uscito dal rifugio
semiparalizzato. Avevamo allora una piccola fabbrica di conserve alimentari. Mi
recavo a casa dopo la chiusura dell’anno scolastico. Passavo nell’azienda paterna
tutta l’estate. Frequentavo il secondo anno di teologia. I miei superiori
ebbero un gran coraggio a permettermi, fiduciosi, questa avventura.
In fabbrica ero sempre vestito da frate. Mi
muovevo in mezzo ad un centinaio d’operai ed operaie, e trattavo con fornitori non
di rado camorristi. Quante volte mi sono trovato senza i soldi necessari per
pagare tutte queste persone! In quel periodo ho sempre sperimentato un costante
aiuto della provvidenza.
Tutto questo mi ha formato; mi ha dato
quell’esperienza che non avrei mai potuto avere rimanendo unicamente
nell’ambiente conventuale. Dall’esperienza, posso davvero testimoniare che Dio
è Amore! A lui vada la lode e la gloria!”
Grazie Padre Fabio per averci presentato la figura di Padre Ermanno, un religioso che ha testimoniato fino alla fine la fedeltà al Suo Unico Bene e al Vangelo. E' stato un artigiano dell'amore, mai ti avrebbe lasciato nel dubbio o nel dolore... dalla sua Sapienza attingeva speranza e lungimiranza, forza e amore... un amico di Gesù che ha fatto dell'esperienza di Caterina da Siena una pedana di lancio per tuffarsi nel Carisma di Chiara e nell'ut omnes. Ha sempre partecipato alla vita della Parola della comunità del I Municipio di Roma con entusiasmo e affetto per tutti.. pronto a dare la vita, non tirandosi mai indietro. In Paradiso tra Maria, Caterina, Chiara ha raggiunto la meta agognata.... grazie Ermanno guidaci da lassù
RispondiEliminaGrazie Fabio per avermi permesso di sapere di Padre Ermanno..grazie i ndelebile e prezioso nel mio cuore il ricordo di 40 anni fa .
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