domenica 12 aprile 2020

La storia è in buone mani



La liturgia del fuoco, un fascino antico, che si perde nella notte dei tempi. Letteralmente “nella notte” dei tempi, quando il fuoco era l’unica fonte di luce e di calore: “frate focu, per lo quale ennallumini la nocte, et ello è bello et iocundo et robustoso et forte”.

La notte di Pasqua, alla fiamma del “fuoco nuovo” s’accende il cero pasquale.
Un’accensione in tono minore, quest’anno, eppure risuonano ancora le parole con cui si incide il cero:
1. Il Cristo ieri e oggi (mentre si incide l’asta verticale)
2. Principio e fine (si incide l’asta orizzontale)
3. Alfa (si incide sopra l’asta verticale la lettera A)
4. e Omega (si incide sotto l’asta verticale la lettera Ω)
5. A lui appartengono il tempo (nell’angolo sinistro superiore della croce incide la prima cifra dell’anno corrente: 2)
6. e i secoli. (nell’angolo destro superiore della croce incide la seconda cifra dell’anno corrente: 0)
7. A lui la gloria e il potere (nell’angolo sinistro inferiore della croce incide la terza cifra dell’anno corrente: 2)
8. per tutti secoli in eterno. Amen. (nell’angolo destro inferiore della croce incide la quarta cifra dell’anno corrente: 0)

Una volta che il cero pasquale è pronto inizia il suo cammino, e a mano a mano che avanza le candele si accendono, ad una ad una e la luce si espande…
Un rito antico, carico di simbologia.
È il Cristo che illumina ogni uomo. Niente è lasciato al caso. Tutto è accompagnato dall’amore di Dio. Anche ciò che noi non comprendiamo, anche le sciagure dell’umanità, anche gli enigmi della storia… anche una pandemia come quella che stiamo vivendo.
Il Risorto appare come il Signore della storia. È lui che guida gli eventi e ci porta verso la meta. Siamo nelle sue mani, in mani sicure: “Cristo ieri e oggi, principio e fine, Alfa e Omega. A lui appartengono il tempo e i secoli...”. Dietro queste parole solenni c’è la certezza della sua presenza amorosa e provvidente.
Anche questo 2020 è posto sotto la sua signoria regale.


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