Un'altra pagina della meravigliosa avventura di p. Ermanno Rossi.
Nella seconda metà degli anni 60, assieme ad
altri due religiosi - un cappuccino ed un domenicano francese - fui chiamato ad
insegnar teologia morale all’Istituto Mystici
Corporis del Movimento dei Focolari, presso Firenze, in una località
chiamata Loppiano.
Presto il padre cappuccino ci lasciò perché
eletto provinciale della sua provincia religiosa di Trento. Rimanemmo così soli,
Michel ed io.
La convivenza fu subito difficile. Eravamo
due tipi opposti per temperamento, mentalità ed estrazione sociale. Questa
difficoltà si esprimeva anche nelle piccole cose. Ad esempio, mentre spazzavo
mi si avvicinava e mi diceva: “La scopa
non si tiene così, Ermanno, ma così”. Andavo nel bagno, e lui mi faceva
notare le goccioline sullo specchio. Dicevamo il Rosario e lui osservava: “Un mistero lo enunci tu ed uno io…”, perché
non apparisse la mia superiorità… (io ero il responsabile di questa mini
comunità).
Fu una specie di rieducazione…
Un giorno, come risposta ad una sua osservazione
biricchina - “Ermanno, non ti avrei mai
scelto per moglie” - gli dissi: “Eppure,
Michel, il Signore - per iniziare quest’esperienza - ha preso noi due, te dal
nord della Francia e me dal sud dell’Italia. Sono convinto che quando riusciremo ad essere uno, il Signore ci
separerà e tu verrai a cercarmi dove sono”. Fece un’esclamazione che esprimeva
tutta la sua incredulità. Egli aveva una grand’esigenza di libertà: questo è un
atteggiamento tipicamente francese.
Fu un'esperienza di quattro anni. Quattro
anni per fare i primi passi nella via dell'amore.
Una delle prime cose che compresi fu che
dovevo perdere tutto per amore del fratello: egli diventava la misura per me.
Capii, inoltre, che la causa del disagio non
proveniva da lui, ma da me: la misura del mio amore era troppo piccola per lui;
egli non ci si trovava comodo. Occorreva, dunque, dilatare l'amore.
Fu una scoperta progressiva.
Al termine di questi quattro anni, il Signore
ci separò. Affidò a me un altro compito, un'altra avventura. Michel è tornato
più volte da me per chiedermi di riprendere l’esperienza; ma ormai la volontà
di Dio era un’altra.
Fui incaricato della Segreteria Internazionale
del Movimento dei Religiosi, con sede in Roma. Un'esperienza nuova, forte. Per
quattro anni ho girato tutta l’Europa libera. Ho visto rinascere la speranza in
tanti religiosi. Ho visto il fiorire di comunità nuove. Tanta luce.
Poi per me è di nuovo tutto cambiato.
È cominciato un nuovo ciclo nella mia vita.
Ho perduto tutto, tutto quello che avevo di più caro. Ma due cose ho vive
nell'anima, immensamente più radicate: la certezza dell'amore di Dio, più forte
della morte - quella morte che tante volte sento in me, nella mia carne - e il
valore della Parola di Vita se la viviamo.
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