sabato 25 gennaio 2020

La Domenica della parola di Dio


Gesù percorreva tutta la Galilea, insegnando nelle loro sinagoghe, annunciando il vangelo del Regno (Mt 4, 12-23)

In questa terza domenica del tempo ordinario si celebra per la prima volta, su invito di papa Francesco, la “Domenica della parola di Dio”. In questa occasione, leggiamo nel Motu proprio Aperuit illis, «sarà importante (…) che nella celebrazione eucaristica si possa intronizzare il testo sacro, così da rendere evidente all’assemblea il valore normativo che la Parola di Dio possiede (…). I parroci potranno trovare le forme per la consegna della Bibbia, o di un suo libro, a tutta l’assemblea in modo da far emergere l’importanza di continuare nella vita quotidiana la lettura, l’approfondimento e la preghiera con la Sacra Scrittura, con un particolare riferimento alla lectio divina».

Basteranno questi gesti?
Quando Paolo rivolgendosi ai Corinzi afferma: «Potreste avere anche diecimila pedagoghi in Cristo ma non certo molti padri: sono io che vi ho generato in Cristo Gesù mediante il Vangelo» (1 Cor 4, 15), mostra chiaramente che annunciare il Vangelo significa generare i fedeli. Anche per Paolo, come per i Dodici, è vero che attraverso la Parola si “generarono le Chiese”.
L’annuncio della Parola di Dio non è semplicemente una sorta di insegnamento, una predicazione, ma la comunicazione di una vita. Le persone cui ci si rivolge annunciando il Vangelo dovrebbero vivere l’esperienza di essere rigenerati.

Dunque dare il libro del Vangelo o “generare in Cristo mediante il Vangelo”?
Per generare una vita occorre avere in sé la vita. Per generare mediante il Vangelo occorre essere Vangelo vivo.
Testimoni dunque, ossia coinvolti in prima persona in quello che annunciano: occorre aver udito, visto, contemplato, toccato. Si comunica un vissuto, un’esperienza. Altrimenti è erudizione, forse catechesi, ma non si genera la vita.

Ogni nostra proclamazione della Parola dovrebbe concludersi come quella di Gesù nella sinagoga di Nazareth: «Oggi si è adempiuta questa Scrittura che voi avete ascoltato» (Lc 4, 21). Chi ci ascolta dovrebbe vedere in noi il compimento, l’attuazione di quello che annunciamo. Soltanto così la Parola genera la vita e potremo dire, come Paolo: “vi ho generato in Cristo Gesù mediante il Vangelo”.


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